Peperoncino cajenna: proprietà, benefici:


Il nome pepe di Cajenna in realtà non indica un pepe ma una specie di peperoncino della pianta Capsicum annuum, probabilmente la più coltivata al mondo che, oltre alla varietà di Cajenna, comprende anche il peperoncino rosso comune, estremamente diffuso in Italia.

Il nome Cajenna deriva dal nome della città della Guyana francese e spesso viene erroneamente usato per indicare qualsiasi varietà di peperoncino, come fosse un sinonimo. I peperoncini di Cajenna sono sottili e di forma allungata (arrivano a 10 cm). Commercialmente è uno dei peperoncini più coltivati al mondo ma la sua produzione interessa per l’80% esclusivamente gli Stati Uniti, che lo utilizzano per la preparazione di salse piccanti.
Il pepe di Cajenna ha un sapore intenso e piccante e valorizza pietanze come il jambalaya (zuppa piccante della Louisiana), alcune ricette thai e il chili, piatto della cucina tex mex (a base di fagioli e salsa piccante). E' ottimo per insaporire formaggi, uova e crostacei.

Alcuni lo considerano meno piccante e più gentile rispetto al peperoncino rosso piccante tipicamente usato in Italia e quindi più adatto per il pesce. Una preparazione che consente di utilizzare questa spezia in modo originale per aromatizzare bruschette o carni cotte alla griglia è quella dell’olio d’oliva aromatizzato al pepe di Cajenna.  

Origini e cenni di storia:

Il peperoncino viene da lontano ed ha una storia antichissima. Da Montezuma a Colombo il peperoncino è un elemento importante in tutte le civiltà precolombiane dove lo troviamo protagonista in tutte le civiltà precolombiane. Presso gli Aztechi, i Maya e gli Inca è una pianta ritenuta sacra e usata anche come moneta di scambio.

In tutti questi millenni, il peperoncino è stato utilizzato come frutto sacro, come medicina, come afrodisiaco, come strumento di magia e di tortura e come grande insaporitore. Abbinato ai fagioli, ma anche al cioccolato. In Europa il peperoncino è arrivato con Cristoforo Colombo che o conobbe durante il suo primo viaggio. Nel secondo viaggio nel 1494 i collaboratori di Colombo, con alla testa il medico di bordo Diego Alvarez Chanca, avviano la coltivazione e portano il peperoncino ai Reali di Spagna. Sessanta anni dopo è diffuso in tutta la Spagna.
Da qui si diffonde in tutto il vecchio continente e anche in Italia. Cristoforo Colombo, i suoi collaboratori e i Reali di Spagna erano convinti di aver messo le mani su un grosso business.

Il peperoncino però tradì ogni aspettativa di facili guadagni. Business non ce ne fu per tre motivi. Perché non fu gradito ai ricchi e ai nobili, che non ne apprezzarono il sapore piccante. Perché la facilità di coltivazione della pianta, che attecchisce anche in un vaso, eliminò la necessità dei viaggi e del commercio con la terra di origine. Ed infine il giudizio negativo della Chiesa che lo bollò come "suscitatore di insani propositi".
Axi era il nome con cui veniva chiamato il peperoncino dagli indigeni conosciuti da Colombo. In Europa poi fu chiamato pepe d'India, pepe cornuto, siliquastro. A partire dal Seicento però il nome si caratterizza in modo autonomo.

Nel 700, si afferma il nome scientifico Capsicum. Il termine peperoncino è assai recente, compare le prime volte sulla fine del 1800 come diminutivo di peperone. Per l'affermazione gastronomica del peperoncino ai livelli più alti della società italiana ed europea bisogna aspettare gli inizi del Novecento.
In quegli anni il peperoncino è diffuso solo presso i ceti popolari meno abbienti, i contadini del sud che lo utilizzano per insaporire i loro piatti poveri, guadagnandosi così l'appellativo di "spezia dei poveri".          

Con la cucina povera fu amore a prima vista. Il peperoncino dava sapore a cibi che non ne avevano, conservava la carne quando i frigoriferi non c'erano, con le sue proprietà disinfettanti era di aiuto alle popolazioni dei paesi caldi. Così in poco tempo si diffonde tra le popolazioni povere con regimi alimentari monotoni e carenti di vitamine.
Col peperoncino i Messicani insaporivano le tortillas, gli Africani la manioca, gli Asiatici, le regioni meridionali e in special modo la Calabria hanno reso vivace la loro cucina povera e vegetariana.

Con la loro fantasia hanno creato autentici "gioielli gastronomici". Oggi il peperoncino è diffuso in tutto il mondo e dopo il sale marino è l'alimento più utilizzato.
In Europa la nazione che ne consuma di più è l'Ungheria dove prevale una polvere fatta con una varietà dolce chiamata Paprika. Seguono la Francia e la Spagna dove ci sono gli unici peperoncini con marchio europeo di qualità con marchio europeo di qualità: Peperoncino di Espelette in Francia e Pimiento del piquillo in Spagna.

In Italia il peperoncino è molto utilizzato nelle regioni meridionali e soprattutto in Calabria. Discreta l'utilizzazione in Grecia, soprattutto in Macedonia. In Inghilterra sono amati i condimenti speziati come Curry e Chutney.

 

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