Nepitella: proprietà e benefici
È nota da secoli in erboristeria e come rimedio naturale, adoperata comunemente come erba officinale per le sue virtù digestive e balsamiche.
Un aspetto importante è quello che favorisce una corretta assimilazione del cibo. La mentuccia, infatti, aiuta la funzione digestiva, il benessere dello stomaco e la regolarità dell'intestino. La sua azione lenitiva è utile per calmare i crampi legati al ciclo mestruale, mentre contrasta anche contro gonfiore e flatulenza. La mentuccia è stata considerata storicamente un rimedio utile durante le influenze, sia per le sue proprietà espettoranti – aiuta la fluidità delle secrezioni bronchiali – sia perché possiede proprietà diaforetiche. Aiutando la regolarità del processo di sudorazione, favorisce l'espulsione delle tossine e la depurazione.
Inoltre, è nota per facilitare il rilassamento e il riposo, quindi per indurre il corpo in modo naturale verso un sonno sereno. Anticamente veniva usata anche come erba per favorire il buonumore, sempre tramite infusioni delle foglie.
Oggi è poco usata dagli erboristi moderni, mentre è nota in cucina come mentuccia o come erba aromatica per diverse ricette.
Come usare la mentuccia o nepitella in cucina
Questa spezia è simile alla menta nell'aroma, ma più delicata nel gusto. La sua profumazione è comunque molto intensa e fa parte di molti piatti tradizionali del centro-sud. Viene utilizzata in cucina come erba aromatica per insaporire varie ricette, soprattutto secondi e contorni. La mentuccia o nepitella non deve essere confusa con la menta romana (Mentha pulegium), la quale ha un sapore più deciso.
Ricette salate: la nepitella È storicamente protagonista di molte pietanze a base di funghi e verdure, frittate e patate. Viene consumata nelle insalate, e nei piatti freddi estivi con pomodori, olio, sale o origano – può anche sostituire il basilico o l'origano nella pizza. Nei primi piatti si usa molto per i ripieni, come per i ravioli o nei pomodori con il riso; oppure sulla pasta come agente aromatico nei sughi. Nella cucina vegetariana esalta la soia in padella, e si usa in molti piatti a base di verdure arrosto o lesse, ottima con i piselli.
Carne e pesce: nelle ricette di carne viene adoperata sia come spezia per insaporire l'arrosto, sia come condimento insieme a pomodoro e aglio per il bollito, negli stufati e nella preparazione delle polpette. Per la carne al barbecue può essere usata anche a fine cottura per un tocco mentolato. Si può usare sia per carni rosse che bianche, brillante sull'agnello e per le note “selvatiche” sulla selvaggina. Insaporisce delicatamente il pesce bianco, e il pesce spada in particolare.
Cucina tipica: in Toscana la nepitella accompagna le pietanze a base di funghi, particolarmente i porcini, e la selvaggina. Nel Lazio si usa per la ricetta dei classici carciofi alla romana e nella coratella. Nelle Marche e nel Lazio è nota la ricetta della frittata con la mentuccia, tipica del periodo pasquale (detta frittata santa). In Campania, è impiegata nella preparazione dei ripieni dei ravioli insieme alla ricotta, ed è chiamata "zenzifero". In Sicilia si usa per aromatizzare le olive da tavola e nella pasta alla trapanese: detta “neputedda”, si unisce a pomodorini e aglio per il condimento.
Salse: la nepitella si unisce bene a sughi e salse con olio, aglio, e pomodoro, infatti è usata nelle panzanelle. È adatta anche per un pesto di mentuccia insieme a mandorle e ricotta.
Tisana: la versione della nepitella essiccata è utilizzata in erboristeria per creare tisane rilassanti e digestive. Lasciare 1 cucchiaino di foglie in infusione in acqua calda, a circa 80°C, per circa 5 minuti.
Bevande: è un'erba aromatizzante usata per bevande dissetanti, e per preparare un liquore aromatico detto Mentuccia – si ottiene macerando le foglioline fresche in una soluzione di acqua ed alcool. In alcune versioni la nepitella si unisce a limone ed altre erbe aromatiche.
Carciofi alla romana con la mentuccia
Ingredienti
6 carciofi romani - 3 spicchi di aglio - olio extravergine d'oliva - 2 cucchiai di mentuccia essiccata - 1 cucchiaio di prezzemolo tritato - 1 limone – sale q.b.
Preparazione
Sciacquate i carciofi, tagliate il gambo di ogni carciofo lasciandolo attaccato solo per circa 4 centimetri dalla base. Mettete i gambi da parte. Prendete un tegame, riempitelo d'acqua per ¾, tagliate a metà il limone e spremetene il succo dentro l'acqua. Pulite i carciofi delle foglie esterne dure, e tagliate anche la parte superiore di quelle chiare, per evitare durezze o spine. Allargate il cuore del carciofo, togliete la peluria eventuale con il cucchiaino e pulite le parti esterne del gambo.
La metà del limone rimasta va passata su ogni carciofo, e tutti vanno inseriti nel tegame con l'acqua, inserendo anche il mezzo limone. Riprendete i gambi messi da parte e inseriteli nell'acqua insieme ai carciofi, tagliandoli però a pezzettini. Prendete una ciotola e inserite il prezzemolo, la mentuccia essiccata e uno spicchio di aglio tritato. In un tegame pulito versate l'olio d'oliva e gli altri 2 spicchi di aglio.
Prendete i carciofi e verificate che non siano anneriti, togliete le parti scure eventualmente. Aprite bene le foglie del cuore di carciofo, salate e inserite il mix di aglio, mentuccia e prezzemolo. Mettete i carciofi uno ad uno nel tegame con l'olio e l'aglio, depositandoli all'ingiù, ossia con il gambo verso l'alto.
Aggiungete acqua in modo che copra metà dei carciofi (considerando la testa e non i gambi), e lasciate cuocere a fuoco medio, coprendoli, per circa 20-25 minuti. Togliete il coperchio e controllate la cottura pungendo i carciofi con la forchetta – se i rebbi entrano nella testa del carciofo ammorbidita, sono pronti!
Origini e Storia della coltivazione
Originaria della regione mediterranea, la mentuccia o nepitella in Italia è diffusa in particolare nei boschi e nei terreni freschi incolti, fin nelle zone montane. Possiede il nome scientifico Clinopodium nepeta, e ha dato adito a diverse interpretazioni, di cui alcune pensano derivi dalla parola “salato” altri dalla città di Nepi in Etruria, altri ancora dalla parola latina “nepa” che significa serpente.
Già Plinio e il medico Dioscoride la citano ai tempi dell'impero Romano, come pianta conosciuta all'epoca. Nel tempo si è sempre più diffuso l'uso della nepitella in cucina e nella medicina popolare, e nel Medioevo si credeva che la mentuccia fosse legata alla Madonna, il suo primo pasto dopo il digiuno dalla Resurrezione di Cristo. Fu detta anche erba gatta dato che questi felini la amano molto, dormendoci sopra.
In tempi moderni la pianta ha avuto diversi nomi tra cui quello dato da Linneo nel Settecento, Melissa nepeta, poi perfezionato fino a diventare in molti erbari scientifici la Calamintha Nepeta Savi. Pianta e foglie
La Clinopodium nepeta, ed è una pianta aromatica, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae e al genere Clinopodium. È una pianta perenne e cespugliosa, con fusti eretti alti circa 25 cm. Le sue foglie sono piccole con il margine leggermente dentellato, mostra fiori appariscenti di colore rosa o violetto. A differenza della menta, la mentuccia o nepitella mostra un fiore unico. Inoltre, la nepitella è considerata una buona pianta mellifera, dato che fiorisce dall'estate all'autunno e favorisce la produzione di nettare e polline.
Nepitella: controindicazioni ed effetti indesiderati
Anche se generalmente è considerata una sicura, la mentuccia o nepitella, deve essere utilizzata rispettando le dosi consigliate in cucina. Una dose eccessiva può provocare effetti come mal di stomaco, sonnolenza, tachicardia, mal di stomaco e diarrea. Non deve essere assunta in dosi eccessive in gravidanza e durante l’allattamento.