Santoreggia: proprietà, benefici:
La santoreggia è un’erba aromatica molto usata un cucina per le sue proprietà digestive e antitossiche. Un’infusione delle sommità fiorite, prima o dopo i pasti, facilita la digestione, favorendo la produzione della bile e previene le fermentazioni intestinali. Sempre come infuso è anche indicata in caso di dolori gastrici nervosi, diarrea, crampi addominali, parassiti intestinali, tosse. L’essenza ha capacità antimicrobiche anche superiori a quelle delle altre Labiate (timo, rosmarino, lavanda). Essa può agire come una sorta di tirso a livello eterico, stimolando il polo biliare dell’individuo. Il fegato è collegato con la forza, il coraggio, l’irruenza, la rabbia, con la capacità di produrre e di accumulare energia.
Origini e cenni di storia:
Già nell’antica Roma la santoreggia era spesso scelta come ingrediente per insaporire le vivande: i romani amavano a tal punto il sapore speziato di questa pianta, simile a quello del timo ma più intenso e amarognolo, che la usavano in ogni piatto e in particolar modo con la carne e i legumi. Fin dall'antichità, venivano attribuite alla santoreggia proprietà afrodisiache: i Greci la dedicavano a Dioniso, capace di far perdere a uomini e donne le inibizioni perché potessero lanciarsi in danze sfrenate e liberatorie. Questi precedenti fecero si che ai monaci medievali fossero vietati la coltivazione e il consumo della pianta.
Nel Rinascimento venne definita 'salsa dei poveri', ed era consigliata dal medico Pietro d'Argellata, sotto forma di decotto nel vino, per curare le ulcere della bocca. Oggi la santoreggia è diffusa anche nell'Europa centro-settentrionale e nell'Asia occidentale, e fa parte di molte miscele di erbe: entra per esempio nella composizione delle erbe provenzali e in quella del mazzetta aromatico tedesco, che la mescola a sedano, prezzemolo e aneto. Eccola poi nello khmeli-smeli georgiano - comprendente inoltre maggiorana, aneto, basilico, eventualmente prezzemolo, menta e foglie di coriandolo - e in un misto bulgaro, dove fa degna compagnia a paprica, santoreggia, basilico, levistico e aglio.
Molte cucine preferiscono utilizzare l'erba acciuga (come viene anche chiamata la santoreggia) per condire verdure e soprattutto legumi. Il gusto intenso e aromatico della santoreggia, lievemente pungente, si sposa a meraviglia anche con cavoli, zucchine, patate, funghi, pomodori e molti altri ortaggi. Non è consigliabile farla cuocere a lungo, meglio aggiungerla a fine cottura. La fitoterapia moderna ha confermato molti usi attribuiti alla santoreggia dalla medicina popolare, che ne esaltava le proprietà antisettiche e stimolanti per l'intelletto. La tisana può servire per gargarismi contro il mal di gola, strofinarne una foglia sulle punture d’insetti è utile ad alleviare il fastidio e il gonfiore.