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Il pimento o pepe giamaicano è un’altra spezia che nulla ha a che fare come origine con la pianta da cui si ricava pepe nero, bianco e verde. I grani hanno l’aspetto di quelli del pepe nero ma sono molto più grandi, il gusto condivide col pepe una certa piccantezza, ma in misura molto minore ed ha invece qualità aromatiche molto spiccate, tra cui prevale un sentore di garofano.  

La pianta e il frutto 

Il pimento è il frutto di un albero chiamato Pimenta dioica che appartiene alla famiglia delle Mirtacee, quindi famiglia diversa da quella del pepe (che tra l’altro è una liana e non un albero) ma anche da quella dell’albero da cui si ricava il pepe rosa. Nella famiglia delle Mirtacee insieme alla Pimenta Doica troviamo invece l’eucalipto. In natura l’albero può raggiungere una misura tra i 30 e i 50 metri, ma può anche presentarsi come un albero più compatto, apprezzato anche come pianta ornamentale che cresce fino ad un’altezza compresa tra i 10 e i 18 metri.  I frutti ricordano davvero quelli del pepe ma in formato maxi, circa 6 mm di diametro contro i 5 scarsi del pepe anch’essi sono verdi quando non ancora maturi e vengono raccolti così per produrre il pimento.

Luogo di origine e coltivazione

Beh se si chiama anche pepe giamaicano un motivo ci sarà no? Colombo lo scoprì lì e non lo trovò in nessun altro luogo durante i suoi viaggi. Il motivo è presto detto: sull’isola i semi vengono diffusi dagli uccelli mentre esportarlo altrove facendolo crescere dai semi si rivelò impossibile, evidentemente il passaggio attraverso il tratto digerente degli uccelli ha una funzione essenziale. In epoca moderna ha attecchito a Tonga e alle Hawaii e viene coltivato in maniera limitata in alcuni stati centroamericani, ma essenzialmente rimane una produzione nazionale giamaicana. L’albero dà frutti a partire dal quinto anno di vita. 

Proprietà del pimento

Il discorso è lo stesso fatto per le altre spezie, ovviamente il pimento ha delle caratteristiche nutrizionali, ma ha senso parlarne? Per la cronaca potremmo dire per esempio che 100 grammi di pimento contengono ben 1044 mg di potassio, ora vi vogliamo vedere a consumare 100 grammi di pepe tutti insieme (non fatelo).  In quanto invece alle proprietà attribuite dalla medicina tradizionale sono parecchie ed essenzialmente sono le stesse del pepe: azione vermifuga, proprietà digestive ed antisettiche, sempre ricordando che se però il vostro stomaco non sta a posto, cioè soffrite di gastrite o peggio di ulcera, con le sostanze irritanti dovreste fare attenzione, ma questo vale per tutte le spezie di cui non si deve mai fare un uso smodato. Veniva utilizzato anche in impacchi che lenivano dolori articolari e malanni essenzialmente grazie alla sensazione di calore che sprigionavano. Che dice la scienza? Beh il pimento contiene un olio essenziale chiamato eugenolo che è largamente usato sia in profumeria per confezionare profumi che nell’industria farmaceutica (come antisettico ed anestetico), quindi anche in mancanza di studi specifici sembrerebbe che almeno alcune delle qualità attribuite dalla tradizione avrebbero un fondamento.

Curiosità sul pimento giamaicano

Al tempo delle campagne napoleoniche pare che i soldati russi usassero infilarsene negli stivali, sia per combattere gli odori che per la sensazione di calore che sprigionava, da allora nacque l’interesse da parte dell’industria dei profumi. 

Quando acquistate del pimento occhio all’etichetta e se lo acquistate sfuso che sia fidato, è pratica diffusa l’adulterazione mischiando i frutti di Pimento racemosa, una specie molto simile al Pimento dioica ma molto meno costosa.

Pimento è la parola portoghese per pepe, l’origine del nome viene dallo sbaglio fatto da uno dei compagni di viaggio di Cristoforo Colombo che lo scambiò per il frutto proveniente dall’Asia.

I Maya lo utilizzavano nelle imbalsamazioni e diluito nei bagni.  

Gli aztechi invece pare lo mischiassero alla cioccolata insieme al peperoncino. 

Che ha a che fare il pimento coi pirati? La parola bucaniere deriva dal boucan o buccan che è quell’impalcatura di legno che veniva usata per arrostire la carne su un falò, i bucanieri prima di essere pirati erano cacciatori francesi e olandesi che vennero scacciati dagli spagnoli. La carne doveva essere curata con spezie e sale in modo da durare a lungo e spesso veniva utilizzato il pepe, stiamo parlando dei caraibi quindi l’ipotesi di qualcuno che una delle spezie più utilizzate fosse proprio il pepe giamaicano pare molto credibile.

Il particolare aroma del pimento in cui si individuano sentori di più spezie, abbiamo detto i chiodi di garofani tanto da essere appellato come pepe garofanato, ma anche noce moscata, cannella e naturalmente pepe nero ha fatto sì che la spezia sia appellata in inglese allspice e in francese toute-épice.

Nelle Antille si producono diversi rum aromatizzati con spezie, in particolare naturalmente il pepe giamaicano.

Il pimento o pepe giamaicano in cucina

Nella cucina caraibica il pimento (anche detto pepe giamaicano) viene utilizzato per insaporire la carne di manzo o di pollo, ma questa spezia si sposa bene con ogni tipo di piatto per il suo essere poco piccante ed aromatica. Il gusto del pimento in sintesi è quello di un pepe dalla piccantezza tenue e dall’aroma di garofano, tanto che in mancanza di pimento qualcuno propone che nelle ricette potreste sostituirlo con una miscela di noce moscata e chiodi di garofano.

Patate novelle al forno aromatizzate al pimento

INGREDIENTI per 8 persone

  • Patate novelle 1 Kg
  • pancetta 70 gr
  • aglio
  • rosmarino
  • scorza di limone
  • olio extravergine d'oliva
  • sale grosso
  • pimento in grani

Preparazione

1) Scegliere patate novelle di media dimensione

2) Spazzolare bene le patate (non vanno sbucciate)

3) Sistemare le patate in una pirofila con tre o quattro spicchi di aglio interi)

4) Irrorare con un filo d’olio e cospargere con un pugno di sale grosso

5) Cuocere in forno a 200° per un’ora

Soffritto da preparare mentre le patate cuociono:

6) Preparare un battuto con la pancetta, una scorzetta di limone e foglioline di rosmarino

7) Soffriggere in un filino d’olio

8) Tagliare a metà le patate e sistemarle nel piatto da portata

9) Cospargere con il soffritto caldo

10) Spolverizzare con pimento macinato e servire

Fonte ricetta: Lacucinaitaliana.it

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