Il pepe Malagueta è un falso pepe conosciuto per la sua aromaticità che ricorda lo zenzero e il cardamomo (fa infatti parte della stessa famiglia botanica) e per la piccantezza che ricorda quella del pepe nero.
La pianta e il frutto
Il nome botanico del pepe Malagueta è Aframomum melegueta, appartiene alla famiglia delle Zingiberacee a cui appartengono anche il cardamomo e, come suggerisce l’assonanza col nome, lo zenzero. In effetti la famiglia prende il nome proprio dal genere Gingiber che è lo zenzero.
Si tratta di una pianta erbacea perenne originaria degli ambienti paludosi disposti lungo la costa dell’Africa Occidentale.
Ha fiori viola a forma di tromba disposti in baccelli di 5-7 cm, all’interno si trovano numerosi piccoli semi di colore marrone-rossastro. Le foglie sono molto lunghe (25 cm ed oltre) e strette, simili a quelle del bambù.
Luogo di origine e storia
Costa Malagueta è il nome di un tratto di Costa in Liberia che ricorda la dominazione portoghese su quell’area, secondo qualcuno il pepe Malagueta prende il nome da un porto da cui veniva commerciato che si trovava in questa area, ma secondo altre fonti è il contrario, la costa prese il nome da questo sostituto più economico del pepe nero che i Portoghesi commerciavano da questa zona. Quel che è certo è che le aree paludose lungo le coste della Costa d’Avorio della Guinea e degli altri paesi che si affacciano sul Golfo di Guinea sono il luogo di origine del pepe Malagueta. In Europa nel mondo antico era sconosciuto, vi fu introdotto solo nel medioevo (è menzionato in documenti del 1200), poi per alcuni secoli (dalla metà del 1400 in poi) la spezia fu molto popolare, per essere infine essenzialmente dimenticata nel corso del XIX secolo. In pratica quando il pepe nero cominciò ad arrivare per mare sempre più velocemente e facilmente il pepe africano che ne era stato un sostituto sulle tavole degli europei cominciò a perdere popolarità. All’inizio del 1800 ormai veniva usata quasi solamente per insaporire salsicce e birra, fino a che la Gran Bretagna arrivò a proibirne l’uso per insaporire bevande alcoliche il che fece crollare definitivamente l’importazione. Nell’Enciclopedia Britannica del 1855 si legge che i granelli del paradiso (un altro dei nomi comuni con cui è conosciuto il pepe di Malagueta) “hanno usi limitati in veterinaria ma sono usati per la maggior parte illegalmente per dare una forza fittizia a liquori di malto, gin e cordiali.”
Proprietà del pepe Malagueta
Le popolazioni delle zone di origine usavano il pepe di Malagueta attribuendogli proprietà comuni ad altre spezie: proprietà diuretiche, digestive e riscaldanti del corpo. Quando si masticano i grani del paradiso una sensazione di calore pervade il corpo. Al pepe di Guinea sono attribuite anche capacità dimagranti, anche dalla moderna medicina naturale, secondo qualcuno il meccanismo con cui agirebbe è proprio quello della termogenesi (anche in questo caso la stessa caratteristica si attribuisce ad altre spezie, ad esempio al pepe nero. La pianta presso le popolazioni del luogo aveva anche un forte valore simbolico e tradizionale, gli africani tradotti nei Caraibi come schiavi importarono l’uso di questa spezia anche nei riti Voodoo. Naturalmente non potevano mancare gli effetti afrodisiaci e quelli antinfiammatori. Ma che dice la scienza moderna? Alcuni studi hanno confermato perlomeno parzialmente alcune capacità antinfiammatorie e per quel che riguarda le capacità afrodisiache è stata riscontrata una maggiore attività sessuale indotta nei ratti.
Curiosità sul pepe di Malagueta
Si sospetta che il pepe di Malagueta abbia effetti benefici sulla salute cardiovascolare, perlomeno quella … dei gorilla di pianura. Ecco perché lo inseriamo come curiosità e non tra le proprietà, ammesso e non concesso che questo beneficio sui grandi primati sia reale quello che è vero nei gorilla non è detto sia vero negli esseri umani. Quello che è stato notato è che i gorilla di pianura ospitati negli zoo per quanto bene siano tenuti soffrono frequentemente di problemi cardiaci che non si ritrovano in quelli che vivono allo stato brado. Alcuni zoologi hanno ipotizzato che quelli che vivono liberi abbiano un qualche fattore protettivo che verrebbe loro dalla dieta ed è stato osservato che i grani del pepe di Malagueta entrano massicciamente nella loro dieta abituale.
Pepe di Guinea in cucina
Nella cucina dei luoghi di origine (coste dell’Africa occidentale, in particolare il Golfo di Guinea) è usato soprattutto per insaporire agnello e pesce grigliato, in africa Settentrionale entra nella preparazione di alcuni mix di spezie, come la tunisina Qâlat daqqa (o cinque spezie tunisine) che è composta da: chiodi di garofano, noce moscata, cannella, pepe nero e pepe Malagueta e viene usata per insaporire l’agnello e le verdure.
Gamberoni al pepe di Guinea
- Ingredienti per 4 persone
- Gamberoni 16
- Pepe di guinea in grani 5
- Arance 1
- Pompelmo rosa 1
- Olio extravergine d'oliva 4 cucchiai da tavola
- Sale q.b.
Preparazione
1) Pulire i gamberoni: prima rimuovere la testa ed il carapace, poi sfilare il budellino nero.
2) Fare scaldare un giro d'olio in una padella di ferro e quando sarà ben caldo, adagiarvi i gamberoni.
3) Quando un lato dei gamberoni sarà ben rosolato, girarli dall'altra parte per portarli a cottura, quindi rimuoverli dal fuoco.
4) Pestare qualche grano di pepe di Guinea in un mortaio e distribuirne una generosa quantità sui gamberoni.
5) Tagliare gli spicchi al vivo del pompelmo rosa e dell'arancio. (Tagliare al vivo significa prima rimuovere la buccia e la scorza bianca con un coltellino affilato senza intaccare la polpa e poi estrarre gli spicchi nudi).
6) Impiattare i gamberoni accompagnandoli con gli spicchi degli agrumi.
7) Condire gli agrumi con un giro d'olio e con del sale e servire in tavola.
Fonte ricetta: Cookaround.com