Questa pianta, detta sia finocchiella sia finocchietto selvatico, possiede tutte le parti commestibili (gambo, semi, fiore, etc.). Il seme di finocchiella è apprezzato in cucina, e in realtà ne rappresenta il frutto. I semi essiccati sono utili sia nella gastronomia sia per in erboristeria.
In cucina donano un sapore dolce ed erbaceo simile all'aneto e all'anice; un profumo intenso, fresco, che evoca la liquirizia. È un ingrediente diffuso nella tradizione mediterranea per aromatizzare molte pietanze.
I semi di finocchio vengono utilizzati anche per il benessere, date le loro proprietà antiossidanti e digestive. In erboristeria, è diffuso l'uso della finocchiella selvatica in semi per la preparazione di tisane utili per la corretta funzione digestiva, per favorire la motilità gastrointestinale ed evitare la stitichezza. Aiutano anche nell'eliminazione dei gas in eccesso, e contro le irritazioni dell'apparato digerente. Il finocchietto selvatico in semi, specialmente in tisana, dona dei vantaggi anche per la depurazione, stimolando la diuresi e il drenaggio dei liquidi in eccesso. Favorisce il rilassamento della muscolatura addominale evitando il malessere durante il periodo mestruale. Inoltre, i fitoestrogeni contenuti nei semi sono adatti durante la menopausa. La loro composizione permette di ottenere minerali come il calcio e il rame.
Uso dei semi di finocchiella selvatica in cucina
Il sapore intenso e dolciastro evoca l'anice, con l'aroma delicato ma deciso rendono questi semi una spezia aromatica diffusa in cucina. Rispetto ai semi di finocchio, il sapore aromatico della finocchiella è meno dolce e più forte, ma complessivamente morbido. Si adatta in modo versatile a preparazioni dolci e salate, panificazione e liquori.
I semi di finocchiella o finocchietto, sono noti soprattutto nella cucina del centro-sud d'Italia, adoperati per profumare e insaporire i piatti locali. Si possono adoperare interi o macinati al momento, per preservare le caratteristiche; anche leggermente tostati in padella per esaltarne l'aroma.
Carne: il profumo della finocchiella selvatica in semi è perfetto sulla carne di maiale, di agnello, tutte le carni bianche, per alcune carni rosse e le tartare. I semi sono adoperati per la creazione delle polpette al finocchietto selvatico, e in salumeria per la preparazione di salsicce e salumi; come la finocchiona toscana, insaccato di carne maiale macinata e bagnata con il vino. Sono usati anche per aromatizzare la cucina di mare, con il loro sapore di anice dolciastro, adatti a brodi di pesce e piatti di pesce dal gusto delicato.
Prodotti da forno: si usano per insaporire pane, cracker, grissini, focacce, taralli, torte e biscotti dal gusto particolare. Nell'Europa centrale i semi si usano per il pane di segale. Solitamente si reidratano i semi di finocchiella in acqua per qualche minuto, prima di aggiungerli agli impasti dei prodotti da forno.
Ricette salate: i semi di finocchio selvatico si possono aggiungere nelle zuppe e nelle minestre, combinati con le uova nelle frittate, nei piatti di verdure e patate. Si aggiungono ai piatti di legumi e verdure, anche per contrastare il gonfiore addominale che solitamente provocano questi alimenti. Vengono adoperati anche nelle ricette di pasta e riso, Si adoperano anche nelle insalate e nei mix di semi per il loro valore nutrizionale.
Spezie: nel subcontinente indiano e in Cina, i semi di finocchio entrano nelle miscele di spezie come i curry, tostati e macinati. Si adattano bene al cumino e al coriandolo.
Salse: i semi di finocchiella selvatica possono diventare un ingrediente saporito e profumato all'interno dei sughi e delle salse, creme gourmet e intingoli.
Infusione: possono creare una benefica tisana, mettendoli in acqua bollente – di solito si usa 1 cucchiaino di semi di finocchietto selvatico per ogni tazza, da tenere circa 7-10 minuti in infusione. Si può preparare anche un decotto mettendo in acqua i semi a freddo, fino al bollore.
Pane siciliano con semi di finocchiella selvatica
Ingredienti: 500 g farina - 370 ml di acqua tiepida - 15 g di lievito di birra - 15 g sale - 1 cucchiaino di miele - 1 manciata di semi di finocchiella selvatica Preparazione
Sciogli il lievito nell'acqua e aggiungi il miele (o lo zucchero se preferite). Disponi la farina a fontana, fai un buco centrale e mescola il lievito, la maggior parte dei semi di finocchiella selvatica e il sale.
Mescola bene il tutto, impasta e metti in un recipiente infarinato. Lascia lievitare per 90 minuti in un luogo caldo, senza spifferi d'aria, coperto da uno strofinaccio. In alternativa, puoi accendere il forno per alcuni minuti, spegnerlo e inserire dentro una teglia con la pasta per farla lievitare. Quando ha raggiunto la lievitazione, dai al pane la forma che preferisci; se lo desideri, pratica delle incisioni sulla superficie e aggiungi i pochi semi di finocchio rimasti.
Disponi su una teglia, e lascia a lievitare per altri 30 minuti. Nel frattempo preriscalda il forno a 220 °C. Inforna il pane e fai cuocere per 10 minuti a 220 °C. Passati i minuti, abbassa la temperatura a 190 °C e cuoci per altri 30 minuti, finché la superficie esterna non è croccante e dorata.
Origine e coltivazione
La finocchiella selvatica deriva dalla pianta erbacea selvatica Foeniculum vulgare, della famiglia delle Apiaceae – Ombrellifere.
Questo arbusto è noto fin dall’antichità per le sue proprietà aromatiche di molte sue parti, dato che della pianta si utilizzano foglie, germogli, fiori e frutti. I semi di finocchio, che sono degli acheni, rappresentano il frutto secco della pianta e si raccolgono in autunno.
Cresce spontaneamente in Italia nelle zone del centro-sud, specialmente all'interno della macchia mediterranea. È molto resistente e non ha bisogno di molta acqua, viene solitamente piantata a novembre e fiorisce in estate, prima che si formino i semi. Sia in Italia sia in altre regioni che si affacciano sul mare, la finocchiella o finocchietto da secoli è usato come alimento, spezia e rimedio naturale in erboristeria.
Giò i Romani apprezzavano la finocchiella selvatica in tavola anche come simbolo di coraggio e virilità. Sembra che i gladiatori mangiassero il finocchio selvatico per accrescere il vigore fisico, mentre le matrone lo usavano come alimento dietetico e depurativo. Plinio il Vecchio lo consigliava in cucina per mantenersi giovani, usando le foglie afrodisiache e tutte le parti per migliorare la fertilità maschile. Era una pianta sacra, di cui addirittura esisteva una Dea del finocchio, le cui sacerdotesse bevevano il vino aromatizzato con i rametti profumati. La combinazione con il vino è antica, dato che aromatizzandolo con il finocchio si alterava, coprendo la bassa qualità della bevanda. Offrendo il gambo di finocchio ai clienti, infatti, l'oste non permetteva che il bevitore distinguesse il cattivo vino servito; da qui deriva il termine farsi infinocchiare. Ancora oggi, i sommelier masticano il finocchio tra gli assaggi di vino, per pulire la bocca.
Anche per i Greci nella mitologia un ramo di finocchio era stato utile a Prometeo per catturare il fuoco, rubandolo a Zeus per poi regalarlo agli uomini.
Durante il Medioevo, Carlo Magno lo introdusse negli orti imperiali per le sue qualità considerate “miracolose”. Nella stessa epoca il finocchio specialmente in semi, si usava per aromatizzare piatti di maiale o conservare salumi – come accade ancora oggi con le salsicce o la finocchiona toscana. Ancora oggi per aromatizzare i piatti vengono usati semi, rametti teneri e fiori sia del finocchio sia della varietà selvatica amara (finocchiella o finocchietto), soprattutto del Sud e Centro Italia.