Dragoncello: proprietà, benefici:
Il dragoncello ha una proprietà aromatica che ricorda quella dell’anice a causa della presenza di estragolo, ma ha anche proprietà antisettiche, aromatiche, stimolanti, digestive: un infuso di foglie preso dopo i pasti favorisce la digestione e l’eliminazione di gonfiori addominali. Le foglie contengono sali minerali e le vitamine A e C.
Inoltre masticare le foglie riduce la sensibilità delle papille gustative, favorendo l’assunzione di medicine amare. Favorisce inoltre la depurazione dell’organismo stimolando la diuresi e combatte l’inappetenza. Essendo un antisettico naturale torna utile contro il mal di gola e le infiammazioni del cavo orale, i Greci infatti masticavano foglie di dragoncello per alleviare il mal di denti.
Le radici danno sollievo al mal di gola e l’infuso di foglie stimola l’appetito. Ma le proprietà terapeutiche non finiscono qui: ha virtù toniche, stomachico-digestive, aperitive, carminative, in infuso può alleviare anche l’insonnia. Per il suo sapore fresco e pungente, a metà tra il sale e il pepe è un esaltatore naturale di sapore, le foglie di dragoncello, possono risultare utili, a chi per problemi di salute, non può usare il sale.
Origini e cenni di storia:
Il dragoncello, conosciuto anche come Estragone o Erba Dragona, è una pianta perenne aromatica e amara che si ricava dall'Artemisia dracunculus. Ha origini Siberiane, venne conosciuto ed apprezzato dagli Arabi che contribuirono a portarlo nell’area del Mediterraneo per il forte aroma simile all’anice e il sapore speziato, un po’ acre.
Il dragunculus (piccolo drago) il cui nome si riferisce alla forma della pianta, che somiglia a un piccolo drago anche se, dietro questo nome, può nascondersi la sua antica fama di guarire dai morsi velenosi dei serpenti. Per la sua proprietà di ristabilire il flusso mestruale, questa pianta si vuole sia stata chiamata più genericamente anche “artemisia” in onore di Diana Artemide.
Diverse le tesi sulla sua diffusione in Italia: una afferma che arrivò in seguito alle crociate, l’altra, sostenuta dai senesi, dice che il dragoncello giunse in Toscana nel 774 al seguito di Carlo Magno, dove fu piantato e coltivato nell’orto dell’Abbazia di S.Antimo. Grazie alle sue proprietà terapeutiche antifermentative intestinali e digestive, con il termine di “drago, draco, draconzio” risulta già ben presente nei testi medioevali di medicina.
Sembra invece, che come ingrediente gastronomico sia stato citato per la prima volta solo verso il ‘500 dal Messisbugo.Attualmente in Italia il dragoncello non è molto utilizzato, anche se fresco e tritato è ottimo nelle insalate e conferisce un gusto particolare all’olio e all’aceto in cui viene fatto macerare.
Purtroppo sta scomparendo anche l’antica preparazione senese di una salsa di dragoncello, aglio e mollica imbevuta d’aceto, fatta per accompagnare manzo e pollo lessi.In Francia, il dragoncello è invece un’erba molto apprezzata, al punto di essere compresa nelle omelette o associata a pollo, zuppe, burro aromatizzati, funghi e certi tipi di senape. Secondo alcuni fitoterapeuti il dragoncello è ottimo per chi vuole limitare il sale nella dieta. Secondo gli esperti quest’erba può sostituire anche il pepe e l’aceto nelle insalate.
Uso in cucina: polpettine in salsa antica, ingredienti: Manzo 450 g Cipolla 1 Briciole di pane integrale fresco 75 g Prezzemolo 1 cucchiaio Dragoncello 1 cucchiaio Aglio a spicchi 1 Pepe q.b. Uova 1 Yogurt 1 cucchiaio Olio di mais 2 cucchiai Porro 1 grosso Acqua 300 ml Arancia, scorza 1/2 Arancia 10 cucchiai Maizena 2 cucchiaini Arancia.
PREPARAZIONE: Mettete la carne tritata in una ciotola con la cipolla pelata e tritata, le briciole di pane, gli aromi, l'aglio schiacciato, il pepe, l'uovo e lo yogurt. Amalgamate bene con un cucchiaio ed impastate con le mani per almeno 5 minuti in modo da formare un composto omogeneo. Ricavatene 24 polpettine e mettetele in frigorifero per circa 1 ora. Scaldate l'olio in una grossa padella per friggere, buttateci le polpettine in diverse mandate, in modo che prendano colore uniformemente. Unite il porro e fate cuocere un'altro minuto. Versate sulle polpettine acqua, la scorza ed il succo delle arance. Portate ad ebollizione. Sciogliete la maizena in una scodella con 2 cucchiai di acqua fredda ed unitela alla salsa. Coprite la pentola e lasciate cuocere per 25 minuti, mescolando di tanto in tanto finchè non saranno ben cotte, quindi versatele con la loro salsa in un piatto caldo e guarnite con gli spicchi di arancia.