La pianta della Cinchona, o anche China, è utilizzata da secoli per le sue caratteristiche salutari. Per le preparazioni erboristiche si usa la corteccia dell'albero, che rilascia il famoso chinino. Questo alcaloide, usato come antimalarico, ha reso la china una preziosa pianta officinale, ma in realtà possiede anche altri nutrienti utili al nostro benessere. Viene usata per regolare la digestione, per trattare i crampi muscolari, il raffreddore e i disturbi che interessano i vasi sanguigni.
China - cinchona: proprietà e benefici
La corteccia di Cinchona dona le sue virtù anche tramite la tisana, principalmente grazie al rilascio degli alcaloidi contenuti nella corteccia. Questi composti attivi della china, determinano delle proprietà benefiche che, oltre ad essere base per il trattamento antimalarico, interessano l'apparato digerente e la circolazione sanguigna. Come altri alcaloidi, il chinino contenuto nella corteccia, ha una funzione antispasmodica che produce una buona stimolazione per la digestione, aumentando le secrezioni gastriche. A questo elemento si unisce anche la chinovina, un altro costituente amaro della china che aiuta l'appetito e migliora il transito digestivo. Può alleviare i sintomi del mal di stomaco, le stomatiti (infiammazioni della mucosa), afte alla bocca, laringiti e faringiti da reflusso gastrico. Un infuso di china è utile come gargarismo per la gola irritata e dolorante.
La sua azione depurativa, inoltre, combatte la fermentazione intestinale, con i correlati sintomi di gonfiore e flatulenza. Per il taglio tisana proponiamo la corteccia di Cinchona succirubra, nota anche come china rossa, che possiede un forte effetto tonico sulle funzioni digestive. La sua funzione più nota, è quella legata al trattamento della malaria, dato che la corteccia può essere utile a trattare i sintomi della febbre, ed è stata utilizzata in passato anche come antimicrobica naturale. Gli effetti salutari della china vengono potenziati dalla sua proprietà diuretica e depurativa, che favorisce l'eliminazione delle tossine del sangue.
L'azione detox aiuta l'organismo ad espellere agenti nocivi durante l'influenza e le infezioni. Nella fitoterapia la corteccia di china in taglio tisana viene adoperata anche per calmare le contrazioni muscolari e i crampi dolorosi alle gambe, sempre per le sue proprietà antispasmodiche. Storicamente veniva utilizzato il decotto della corteccia anche per applicazioni esterne, come impacco sulle lesioni con proprietà lenitive, oppure come impacco per rinforzare i capelli. Grazie alle proprietà astringenti, è stata usata da alcune popolazioni indiane per curare la diarrea.
Origini e Storia della coltivazione
Le piante delle specie di cinchona derivano dalle foreste umide di altipiani e montagne in Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia. Si trovano nelle basse e medie altezze delle Ande in Sud America, e infatti la china o cinchona, è l'albero nazionale del Perù e dell'Ecuador. In queste zone dell'attuale Perù, i nativi Quechua usavano la corteccia degli alberi di china per trattare la febbre, le infezioni e i problemi digestivi.
Oggi la china è coltivata in molti paesi, anche perché la corteccia è stata usata come fonte del farmaco antimalarico chinino. Si è diffusa in tutte le zone tropicali del pianeta, comprese alcune regioni dell'Africa. Il trapianto di alberi di china in altri paesi è stato avviato forse dai missionari gesuiti, che avevano raccolto la corteccia in Perù per diffonderne la coltivazione. Il bisogno di medicine per la malaria, inoltre, fece in modo che gli inglesi e gli olandesi piantarono la china nelle loro colonie, anche in Asia. La proprietà antimalarica diede il nome alla specie, dato che la contessa di Chinchon fu curata con successo dalla malaria nel 1630. Il botanico Linneo chiamò questo genere con il nome della nobildonna, secondo la leggenda, mentre il nome scientifico fu modificato da Chinchona a Cinchona. Nel tempo si aggiunsero nuove coltivazioni di alberi come la C. ledgeriana e C. succirubra.
Il principio attivo contro la malaria è l'alcaloide chinino, che fu isolato chimicamente all'inizio dell'Ottocento, mentre il chinino sintetico fu elaborato nel 1940. Ora che alcuni ceppi di malaria sono diventati resistenti al chinino sintetico, c'è un nuovo interesse nell'approvvigionamento di chinino naturale. La corteccia è stata usata anche per il trattamento del battito cardiaco irregolare (aritmia), dovuto alla chinidina, che può donare benefici effetti per le palpitazioni cardiache. Un elemento che va dosato solo sotto supervisione medica, essendo potente. La droga derivata dalla corteccia era definita “oppio del cuore”.
La corteccia di Cinchona contiene anche un tannino, l'acido cinchonico, utilizzato per eseguire esami di laboratorio. L'alcaloide chinina, l'ingrediente amaro, rende la china nota soprattutto come ingrediente per aromatizzare cibi e bevande con il suo sapore amarognolo. Insieme al tannino catechico, gli alcaloidi rendono la china fortemente astringente nelle ricette. Tra le popolazioni che la utilizzano, la china è stata definita in modi diversi: cinchona, chinino, corteccia del gesuita, albero della febbre, kinakina, corteccia peruviana.
Pianta e fiori
Il nome botanico Cinchona succirubra la definisce come china rossa (rubra), tra le 38 specie di questo genere, appartenenti alla famiglia delle Rubiaceae. Le specie con una concentrazione alta di alcaloidi chinini, coltivate per il loro valore medicinale, sono la Cinchona officinalis, Cinchona ledgeriana, Cinchona succirubra. Sono tutte specie sempreverdi, arbusti o piccoli alberi con foglie verde scuro, e possono crescere dai 6 fino a 15 metri di altezza. La pianta richiede un terreno ben drenato e umido, cresce meglio in pieno sole oppure in ombra parziale. I fiori possono essere bianchi, rossi o rosa – in base alla specie. La parte più utilizzata è quella della corteccia dell'albero, rossastra. Viene raccolta quando le piante hanno da 15 a 25 anni: strappata dall'albero, essiccata, e poi ridotta in polvere o cannuli; altrimenti come corteccia in taglio tisana. La Cinchona officinalis L., è la specie più comunemente impiegata, e diffusa in Ecuador. La Cinchona succirubra Pavon, conosciuta come china rossa, cresce spontaneamente nella zona di Quito (Ecuador) e in Perù. Tutte le specie di china, ad eccezione della china rossa, hanno le stesse proprietà. La variazione tra l'una e l'altra è dovuta alle loro diverse concentrazioni di chinino.
Valori nutrizionali della corteccia di china
La corteccia contiene oltre 20 alcaloidi, dalla nota chinina e la chinidina, fino ad altri coppie di alcaloidi come chinina-chinidina e cinchonina-cinchonidina. Sono presenti anche altri alcaloidi chinolinici come cinconina e cinconidina, oltre a tannino, zuccheri, ossalato di calcio e sostanze inorganiche.
Come adoperare la china in corteccia nella tisana
L'infuso di china si ottiene dalla corteccia in taglio tisana, da inserire in una tazza (250 ml): circa 3-5 grammi con acqua a 100 °C. Lascia in infusione dai 10 ai 12 minuti di infusione, prima di bere la tisana. Aggiungi miele o zucchero, se lo desideri.
Corteccia di china: effetti collaterali e controindicazioni
La china è considerata un alimento sicuro per aromatizzare l'acqua tonica e altre bevande, come nella tisana. Nel caso delle infusioni o decotti, però, vanno valutati alcuni possibili effetti collaterali tra cui il ronzio nelle orecchie, e le eruzioni cutanee. Bisogna prestare attenzione alle dosi, dato che l'eccesso di assunzione della corteccia di china è dannoso, con sintomi come nausea, mal di testa, diarrea, disturbi visivi o cardiovascolari. Le donne in gravidanza o allattamento devono evitare di assumere la corteccia di china Non dovrebbe essere usata se si soffre di ulcere gastriche, e soprattutto chi presenta condizioni cardiache particolari, e soffre di miastenia.