Questa pianta è stata considerata da secoli un rimedio tradizionale per la salute delle vene delle gambe. L'ippocastano dona la sua corteccia, per un infuso che tonifica e protegge i vasi sanguigni. Può essere utile quando si soffre di edemi, come quello della caviglia legato al cattivo ritorno venoso.
Corteccia di Ippocastano: proprietà e benefici
La pianta nella sua corteccia in taglio tisana, viene assunta in piccole dosi, per il supporto nel caso di disturbi venosi. Può essere utile per contrastare i sintomi dell'indurimento delle arterie, vene varicose, flebite, ulcere alle gambe, stasi venosa, emorroidi.
Utilizzato storicamente come agente antinfiammatorio, oltre ad essere usato per problemi vascolari, sappiamo che aiuta a tonificare le pareti delle vene.
Queste pareti, se allentate o distese, possono diventare varicose, emorroidi e creare dei problemi circolatori.
Le vene deboli o sotto stress cronico, infatti, hanno maggiori probabilità di cedere, causando la fuoriuscita di liquidi dai vasi nello spazio dei tessuti. Un fenomeno che porta al gonfiore, l'edema.
L'accumulo di fluido è più comune nelle gambe, in coloro che stanno in piedi per lunghi periodi di tempo o che hanno un peso eccessivo.
L'ippocastano contiene delle sostanze benefiche per il sistema venoso, in particolare un complesso di saponine (afrodescina, argirescina, escina, criptoescina). In particolare, l'escina è stata studiata per la sua azione sulla tonicità delle pareti venose.
Un'azione che migliora la circolazione, e favorisce il ritorno del sangue al cuore.
L'ippocastano è anche ricco di flavonoidi (quercetina e kaempferolo), che donano anche loro effetti protettivi sui vasi sanguigni.
Le sostanze contenute nell'ippocastano, svolgono quindi una funzione antiossidante e hanno un ruolo vaso-protettivo. L'escina protegge il collagene e l'elastina ossia le due principali proteine che formano la struttura delle vene, essenziali per il benessere dei vasi sanguigni
Proteggendo queste proteine, le vene e i capillari possono mantenere meglio la loro integrità strutturale, quando sono esposti allo stress.
La corteccia dell'ippocastano svolge anche un ruolo drenante, utile per ridurre la ritenzione dei liquidi.
In tal modo, aiuta la permeabilità dei capillari e permette il riassorbimento dei liquidi in eccesso nel sistema circolatorio. Contrasta il linfedema, ossia l'accumulo di liquidi nei tessuti molli, causati dalle ostruzioni nel sistema linfatico.
Le sensazioni di stanchezza e pesantezza alle gambe, il dolore e il gonfiore alle gambe possono essere alleviati. Migliorando il microcircolo, è utile anche per contrastare la cellulite.
La tisana contiene diversi antiossidanti, che donano preziosi benefici anti-invecchiamento.
Inoltre, l'ippocastano da secoli viene anche trasformato in una lozione, per applicazione esterna per il trattamento di ulcere ed eczemi.
Origini e Storia della coltivazione
L'ippocastano è un albero che oggi consideriamo da ombra e ornamentale, ma è stato fin dall'antichità anche usato per le sue proprietà.
È originario dell'Europa sud-orientale, in particolare sembra derivi dalle foreste delle montagne del Pindo e della penisola balcanica. Secondo alcuni studiosi, era presente anche in Persia, e in India meridionale.
Nel tempo, si è diffuso in tutta Europa, ed è stato introdotto in Nord America. Ha assunto molti nomi, ed è conosciuto anche come Castagno D'India. Il nome botanico Aesculus proviene dalla parola esca, che significa cibo, ed era dato dai popoli antichi a una certa specie di quercia. Per motivi di somiglianza, forse, il nome è stato trasferito all'ippocastano.
Il suo legame con i cavalli, forse era dato dal fatto che si pensava anticamente, che l'albero fosse in grado di guarire cavalli e bestiame dalle malattie respiratorie. Un'altra possibilità può essere data dai piccoli segni simili a ferri di cavallo, presenti sui rami. Questi segni, sono le cicatrici delle zone dove precedentemente crescevano le foglie.
È stato usato come foraggio per l'alimentazione degli animali da fattoria, anche se alcuni popoli nativi americani hanno incluso le noci di ippocastano nella dieta; sapendo che il rivestimento della noce è tossico, e la noce va fatta bollire.
Il legno è troppo morbido per la costruzione o la falegnameria dei mobili, quindi è stato usato per costruire casse e imballaggi.
In fitoterapia, le parti utilizzate sono la corteccia e i semi.
Ad oggi sono presenti 15 specie riconosciute di ippocastano, e in Italia è diffuso ovunque come albero ornamentale e ombroso, soprattutto nel centro-nord.
Pianta e fiori
La pianta Aesculus hippocastanum è un membro della famiglia delle Hippocastanaceae.
L'ippocastano appartiene a una famiglia botanica diversa dal castagno dolce, Castanea vesca.
Gli ippocastani crescono bene quasi su tutti i terreni, per questo sono spesso piantati in città; in ogni caso, sembrano preferire un terreno sabbioso.
Crescono molto rapidamente e possono raggiungere altezze di circa 30 metri.
I rami dell'ippocastano sono ampi, e la corteccia è di colore grigio-verde o grigio-marrone in esterno - l'interno della corteccia è rosa-marrone, con sottili linee che percorrono la sua lunghezza. È inodore, e il suo sapore si mostra al palato amara e astringente.Le grandi foglie e i boccioli dei fiori sono visibili anche durante i mesi invernali, ma sono racchiusi in un rivestimento resinoso, che protegge dal gelo o dall'umidità. Le foglie sono verde scuro, e i fiori spuntano a grappoli: sono fiori bianchi con una pallida sfumatura scarlatta o gialla.
Il frutto dell'ippocastano è una noce marrone scura, con superficie liscia e grande circa 5 cm di diametro. Le noci contengono carboidrati, che sono generalmente indigesti se non vengono bolliti.
Valori nutrizionali della corteccia Ippocastano
Sono molte le sostanze antiossidanti, contenute nella corteccia di ippocastano.
Troviamo polifenoli, cumarine, tannini, saponine (come l'escina), e anche sostanze benefiche come allantoina, e steroli vegetali.
Come adoperare gli ingredienti nella tisana di Ippocastano
L'infusione ideale si raggiunge inserendo in una tazza (250 ml), circa 3-5 grammi della corteccia di ippocastano, con acqua a 100 °C.
Lascia in infusione dai 5 agli 8 minuti, prima di bere la tisana.
Ippocastano: effetti collaterali e controindicazioni
Questa tisana può avere dei rari effetti indesiderati, soprattutto per coloro che soffrono di malattie renali; l'escina contenuta nell'ippocastano, nel lungo periodo potrebbe interferire con i capillari dei reni (glomerulo). Tra gli effetti collaterali ci sono nausea, vertigini, mal di testa, mal di stomaco.
L'ippocastano è sconsigliato a chi segue una terapia anti-coagulante, dato che le cumarine contenute nella corteccia, possiedono un effetto antitrombotico.
È utile chiedere un parere medico preventivo.
L'ippocastano è sconsigliato alle donne in stato di gravidanza o in fase di allattamento.