Caratteristiche dell'infuso rooibos alle mandorle tostate
Questa tisana a base di rooibos in realtà annovera altri ingredienti oltre alle mandorle tostate, come la papaya e persino il pop corn, ma il gusto intenso delle mandorle tostate ne fanno l’ingrediente principale insieme al rooibos nel determinare il gusto della tisana. Il rooibos è comunemente conosciuto come tè rosso africano, peccato che non sia un tè, si tratta di un infuso che ha una preparazione simile a quella del tè, un sapore abbastanza simile, solo più dolce, con sentori di terra e di tabacco, ma non è un tè perché in realtà tè si dovrebbe usare solo per gli infusi ottenuti da una pianta originaria dell’estremo oriente il cui nome scientifico è Camellia sinensis. Il rooibos invece come abbiamo detto è ricavato da una pianta africana, Sudafricana per la precisione, l’origine è nella regione del Cederberg. Il nome è stato dato alla pianta dai coloni olandesi, infatti la parola rooibos è in lingua afrikaans e vuol dire cespuglio rosso. E sempre rimanendo nel campo di imprecisioni e definizioni fuorvianti, se la prima è che il rooibos è un infuso e non un tè, la seconda è che la pianta è sì un cespuglio, ma non è affatto rossa!
Il fatto è che gli olandesi usano la parola rooibos sia per indicare la pianta che il prodotto lavorato, quest’ultimo sì ha un colore rossiccio, ma solo perché le foglie originariamente verdi della pianta diventano rosse durante il processo di fermentazione. Per la preparazione del rooibos le foglie vengono prima messe a fermentare, poi essiccate e infine sminuzzate.
Il nome scientifico della pianta è Aspalathus linearis (linearis perché le foglie sono di forma allungata) e appartiene alla famiglia della Fabaceae, cioè quella delle leguminose. Le mandorle sono molto meno esotiche, molto più nostrane e diffuse da noi in Europa da tempi molto più remoti, le mandorle sono originarie del Vicino Oriente e sono citate nel Vecchio Testamento, in Europa erano già conosciute dagli Antichi Greci e di conseguenza dai romani che le chiamavano “noce greca”, del resto la Grecia è davvero vicina ai paesi di origine. Nel medioevo erano di certo popolari nelle corti di tutta Europa, Carlo Magno per esempio si adoperò molto per la loro introduzione, secondo altre fonti un momento decisivo per l’introduzione fu la Prima Crociata.
La mandorla è il seme commestibile del mandorlo che è un albero di piccole dimensioni (5-7 metri) il cui nome scientifico è Prunus amygdalus, esiste una varietà della pianta che da origine alle mandorle amare, che sono molto velenose, contengono infatti l’amigdalina che è il più importante tra i glicosidi cianogenici. in altre parole una volta ingerita una parte si va a trasformare in acido cianidrico, cioè cianuro. Molto velenose ma non c’è motivo di allarmarsi, perché non è possibile che qualcuno mangi la quantità di mandorle amare pericolosa per errore, perché il sapore è amaro davvero in maniera intollerabile. Curiosità: a dimostrazione che il veleno sta nella quantità le mandorle amare sono utilizzate nell’industria dolciaria in minuscole (dunque innocue) quantità, sono ad esempio responsabili del gusto particolare dei celeberrimi amaretti, i dolci a base di mandorle in cui alle mandorle dolci viene associata una piccola percentuale di mandorle amare.