Pitaya rossa (frutto del drago) naturale disidratata: proprietà e benefici
La pitaya rossa o frutto del drago è un frutto tropicale molto apprezzato per le proprietà antiossidanti, il contenuto di alcuni sali minerali e quello di vitamina C. Sui benefici della pitaya quello su cui le fonti sono concordi è che essendo ricca di fibre è amica dell’intestino. Per quel che riguarda la dieta essendo piuttosto calorica per via del contenuto di fruttosio certamente non è il frutto adatto per le diete ipoglicemiche, invece per quel che riguarda il colesterolo e l’ipertensione non ha controindicazioni specifiche. Il contenuto di vitamina C e quello di altri antiossidanti (carotenoidi e betaina) come abbiamo detto la fa considerare un frutto con discrete proprietà antiossidanti.
Origini e Storia della coltivazione
La pianta cresce naturalmente ma naturalmente viene anche coltivata e non solo a scopo alimentare, viene considerata anche una pianta ornamentale, a questo scopo viene coltivata anche da noi, ma a scopo fruttifero rimane strettamente una pianta tropicale. La pitaya è certamente originaria del centro-sudamerica, ci sono ritrovamenti archeologici in siti delle popolazioni precolombiane risalenti a 2000 anni fa con semi di pitaya. Però sappiamo che anche in Asia si diffuse molto presto e dall'Asia deriva, naturalmente, l’altro nome “dragon fruit”, attualmente è coltivata in ogni zona tropicale.
Pianta e Frutto
La pitaya è il frutto di una pianta chiamata Selenicereus undatus, appartenente alla famiglia delle Cactaceae, e come tutti i membri (meno uno) di questa famiglia è originaria del Nuovo Mondo. Si tratta di una pianta epifita, significa che si arrampica sul fusto di altre piante (ma anche su rocce), ma generalmente le epifete non lo fanno perché se ne cibino in qualche modo, non sono parassite, è il loro modo per arrivare alla luce del sole. Le foreste tropicali sono talmente fitte che alla base degi alberi la luce quasi non riesce ad arrivare, quindi le piante o crescono o si arrampicano come fanno le epifite. Il Selenicereus undatus si presenta dunque come un cactus che si sviluppa in lnghezza ed arriva a un’altezza di dieci metri. La pianta non può autoimpollinarsi,della sua impollinazione si occupano pipistrelli e falene. La specie appartiene al genere Hylocereus e guardando all’etimologia (naturalmente dal greco) di questi nomi botanici abbiamo il riassunto di tutto quanto abbiamo scritto: hylo proviene dal greco ΰλη (hyle) e vuol dire foresta, cereus (cero) allude allo sviluppo a colonna di queste piante. Ondatus (ondulato) nel nome della specie si riferisce al margine delle foglie. Riassumendo: stiamo parlando di un cactus delle foreste che si sviluppa in altezza (arrampicandosi) e dalle foglie col margine ondulato. Il frutto è leggermente più lungo che largo, dunque non perfettamente globulare, la lunghezza va dai 5 ai 12 cm la larghezza da 4 a 9, il colore esterno è rosa o rosso, la polpa all'interno è bianca con semi scuri. La fioritura (i fiori di grandi dimensioni) sono di colore bianco verdastro avviene di notte tanto che un altro dei nomi della pitaya è regina della notte.
Valori nutrizionali della pitaya rossa
Sui valori nutrizionali della pitaya rossa in rete trovate tante informazioni contraddittorie, noi ci affidiamo a una fonte ufficiale, il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti. Ma prima conviene ricordare che specialmente per quel che riguarda le calorie i prodotti disidratati come quello in questione ne hanno naturalmente di più, le calorie in un frutto sono date essenzialmente dal contenuto di zuccheri (nei cibi in generali grassi e zuccheri, ma normalmente nella frutta fresca il contenuto di grassi è zero) ma anche da quanta acqua contiene, più acqua conterrà il frutto meno saranno le calorie. La pitaya pur essendo un frutto fresco non ha un contenuto di acqua molto alto e dunque anche la pitaya fresca ha un contenuto calorico non basso per un frutto fresco, 264 kcal per 100gr. Per quella disidratata andiamo sulle 350. A livello di vitamine l’unica di cui è ricca è la vitamina C (meno degli agrumi comunque). Per quel che riguarda i sali minerali è importante il contenuto di sodio (ma non è detto questo sia un bene visto che la nostra dieta ne è anche troppo ricca) e quello di calcio, ma in verità non ci sono studi sulla reale biodisponibilità del calcio contenuto nella pitaya.
Utilizzo della pitaya rossa nella dieta
La pitaya va sbucciata e si consuma la polpa bianca all’interno, si può anche tagliarla a metà e scavarla con un cucchiaino. In Italia non è molto diffusa, il sapore ricorda un po’ quella della pera e un po’ quello del kiwi molto maturo, ma la consistenza è simile a quella dell’ananas. In rete trovate anche delle ricette che utilizzano la pitaya come ingrediente, non sorprenderà nessuno che essenzialmente sono tutti dolci essendo un frutto che come abbiamo detto ha un importante contenuto di zuccheri, in particolare fruttosio. Ma in realtà potrebbe sposarsi anche col salato in tradizioni, come quelle delle insalate tropicali, che sono solite mischiare dolce e salato. Esiste un frullato (ma oggi fa figo dire smoothie) molto rinfrescante, molto popolare in Messico chiamato agua de pitaya, si frullano insieme la polpa del frutto, il limone (il gusto acidulo controbilancia il dolce della pitaya) e lo zucchero, si serve fredda o si aggiunge ghiaccio.
Controindicazioni al consumo di pitaya rossa
Essenzialmente l’unica controindicazione conosciuta è legata al contenuto calorico, non è il frutto adatto per una dieta ipocalorica e ipoglicemica, è vero che dona anche un certo senso di sazietà, ma esistono altri frutti che fanno lo stesso con un apporto calorico più basso. In altre parole se avete problemi di diabete scegliete un altro frutto.