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Questa pianta medicinale, popolarmente conosciuta anche come “regina delle erbe” in molte culture, da secoli è considerata un rimedio naturale per il benessere del nostro organismo. 

Artemisia volgare: proprietà e benefici

Sono molte le caratteristiche efficaci dell'Artemisia volgare, che è stata considerata da sempre una valida erba calmante del sistema nervoso, per prevenire le emicranie e rilassare la muscolatura contro crampi, spasmi e dolori mestruali.

Il fiore dell'Artemisia, infatti, contiene oli essenziali e antiossidanti (flavonoidi), che favoriscono l'azione antispasmodica.

In passato, per questo, è stata utilizzata come erba medicinale per aiutare il benessere femminile durante il ciclo mestruale, e anche per stimolare la comparsa del flusso (come rimedio emmenagogo). 

Spesso viene utilizzata la tisana di Artemisia per lenire i sintomi associati alle mestruazioni, tra cui mal di testa, affaticamento, nausea e dolori addominali – rendendo il periodo mestruale meno doloroso e stressante. È anche utile in fase di pre-menopausa, per favorire la regolarità del flusso mestruale.

Inoltre, l'Artemisia possiede proprietà diuretiche che aiutano l'apparato urinario; aiuta nel rimuovere l'eccesso di sali e tossine dal corpo, stimolando la minzione frequente.

Tra le sue proprietà, c'è quella di rilassarci se siamo stressati, dato che la parte delle radici presenta un'azione sedativa e tonificante in caso di stanchezza psico-fisica. 

L'artemisia volgare, oltre ad avere le proprietà sopra descritte, trova applicazione anche come espettorante - favorisce l'espulsione delle secrezioni bronchiali e lenisce i sintomi della tosse.

Un buon infuso di queste erbe ha un riscontro molto positivo sul nostro organismo, anche a livello digestivo. Il suo effetto è amaro-tonico ed eupeptico, ossia stimolante della digestione – può essere consumata l'Artemisia per la tisana prima e dopo pasti pesanti, per alleviare il gonfiore e il gas intestinale. 

L'olio essenziale che si trova nell'erba, è efficace nel trattare i disturbi digestivi che possono essere causati da un flusso anormale di succhi gastrici. Nella radice si trova l'inulina, una sostanza in grado di aiutare una corretta funzionalità intestinale favorendo il proliferare dei batteri "buoni".  

È utile anche in caso di inappetenza, per favorire l'appetito.

Origini e Storia della coltivazione

L'Artemisia vulgaris, è una pianta medicinale originaria dell'Asia e presto diffusasi in Europa, e poi Nord America. Ancora oggi si trova diffusa anche nelle regioni collinari dell'India fino a 3600 metri (Himalaya occidentale). 

Nelle diverse culture e secoli, ha assunto tanti nomi popolari come Pianta di San Giovanni, Assenzio selvatico,  tabacco del marinaio, erba del viaggiatore, Felon Herb... 

Il suo nome latino botanico sembra derivi comunque dalla dea greca Artemide o Artemis, la divinità femminile legata alla luna e alla castità, ma anche alla caccia e agli animali selvatici.

Sicuramente da ogni cultura, è stata apprezzata come medicinale, oltre che come erba culinaria per diverse ricette. 

Nella medicina Ayurvedica indiana antica era definita Damanaka, ed è stata adoperata per secoli nel trattamento delle patologie della pelle, per la depurazione del fegato e per le proprietà diuretiche e anti-stitichezza. Inoltre, le sue caratteristiche rilassanti la rendevano ottima per curare condizioni difficili neuro-muscolari (epilessia, convulsioni) e come espettorante per l'apparato respiratorio.

Nella medicina popolare in passato veniva usata sotto forma di tisana per regolarizzare il ciclo femminile, per espellere i parassiti intestinali, e per i benefici digestivi. Era una delle erbe medicinali usate per vomito, indigestione, ulcere allo stomaco, etc. 

Gli antichi romani la usavano nei sandali per evitare che i piedi si affaticassero, mentre i nativi americani strofinavano l'Artemisia sul corpo per proteggersi dai fantasmi. Anche i viaggiatori usavano quest'erba per proteggersi dagli spiriti maligni (erba scaccia-diavoli) e dagli animali pericolosi. 

Per gli orientali, nella medicina tradizionale cinese e giapponese, veniva utilizzata l'Artemisia per la moxa, la cosiddetta erba che brucia. Una preparazione fatta con la pianta tritata nel mortaio, e da questo impasto lanoso si ricavano delle palline o bastoncini da appoggiare sulla pelle, nei punti dell'energia da trattare, per essere bruciate. La moxa predispone degli effetti calmanti, liberando l'energia e migliorando la circolazione del sangue.

Se è stata utilizzata per millenni come pianta di erboristeria, nel cibo e come erba da fumo, oggi viene considerata benefica anche per creare diversi prodotti cosmetici. Le formulazioni con olio essenziale di Artemisia, sono adoperate per la cura del corpo, profumi, saponi, candele e incensi. Oltre a ciò, è anche ampiamente utilizzata in aromaterapia.

È coltivata in tutto il mondo, ormai, grazie ai suoi incredibili benefici per la salute.

Pianta e fiori

L'Artemisia vulgaris, è una pianta medicinale perenne del genere Artemisia e Asteraceae Compositae (della famiglia Aster). 

È una pianta alta, eretta,  aromatica con un odore pungente, che cresce circa 1-2 m di altezza. La si trova preferibilmente presso pascoli di alta quota, margini della foresta, valli, pendii, fossati, bordi delle strade, canyon, steppe, territori subalpini e terreni abbandonati. 

L'Artemisia può crescere anche in condizioni difficili, dato che può essere coltivata in terreni sia poveri sia abbastanza fertili, asciutti o umidi, ben drenati. Cresce meglio in pieno sole ma sopravvive anche in ombra parziale. Cresce male in terreni molto umidi e bagnati, dove marcisce. 

Le foglie sono lunghe dai 5 ai 20 cm e sono pelose nella parte inferiore. I fiori, invece, sono a stelo corto, giallastri o rosso-bruni, e la fioritura avviene di solito da luglio a settembre.

Valori nutrizionali dell'Artemisia volgare

Una porzione di 100 grammi di Artemisia, in tisana, apporta 46 kcal.

Sono presenti nel fiore oli essenziali, a cui abbiamo accennato, oltre a sostanze benefiche come flavonoidi antiossidanti, idrossicumarine, triterpeni, steroli, etc.

Tra i terpeni, si trovano nell'Artemisia eucaliptolo e cineolo (il principio attivo espettorante, e utile per ridurre gonfiore della gola).

Tra gli oli essenziali benefici per il nostro organismo, sono importanti il linaiolo e i neroli. 

Sono presenti anche i lattoni sesquiterpenici, che donano le proprietà antispasmodiche.

Come consumare l'Artemisia volgare come tisana e in cucina 

Per un buon infuso, è consigliabile utilizzare per una tazza (250 ml), circa 3 grammi di Artemisia volgare, con acqua a 100 °C. Lascia in infusione circa 7 minuti, prima di bere la tisana.

L'artemisia, in ogni caso, è una pianta utilizzata in cucina anche nelle ricette, per le sue proprietà digestive. 

Le foglie, cotte o crude, in alcune località vengono preparate come condimento per pietanze grasse, al fine di aiutarne l'assimilazione. Possono essere anche aggiunte alla birra, per aromatizzarla.

Artemisia volgare: effetti collaterali e controindicazioni

L'Artemisia è sicura quando si rispetta il dosaggio normale. Un eccesso (sovradosaggio), però, potrebbe causare effetti collaterali. Potrebbero verificarsi: bruciore di stomaco, acidità e reflusso gastrico, raramente vertigini.

È controindicata in caso di ulcera gastrica o duodenale.

In caso di gravidanza o allattamento, invece, non è consigliato assumere l'Artemisia, dato che potrebbe stimolare le contrazioni uterine e aumentare le possibilità di spotting.

Potrebbe anche avere effetti sugli ormoni della gravidanza.

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Italia
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