La Tussilago farfara è una pianta della famiglia delle margherite, a lungo coltivata e raccolta per le sue proprietà medicinali.

Usata come tisana per la congestione delle vie respiratorie, la farfara ha un effetto balsamico per condizioni come mal di gola, raffreddore, ed è oggetto di ricerca anche come lenitivo per le articolazioni infiammate.

Foglie di farfara: proprietà e benefici

Questa pianta è spesso utilizzata come rimedio naturale per le condizioni infiammatorie dovute a raffreddore, gola infiammata, asma.

La farfara può essere un valido supporto di fitoterapia per calmare la tosse cronica e la pertosse, come espettorante. 

L'azione espettorante favorisce l'espulsione delle secrezioni bronchiali (aumenta la secrezione di catarro da bronchi e polmoni) e riduce in parte l'infiammazione.

Sempre grazie a queste azioni, aiuta contro le ostruzioni nasali. 

Aumentando la produzione di muco, facilita il benessere delle vie respiratorie, in modo che non si irritino quando sono esposte a sostanze come polvere, particelle di fumo, etc.

Il componente attivo della farfare è il tussilagone, che sembra avere proprietà antinfiammatorie naturali, emollienti e antiossidanti. 

Anche gli altri bioflavonoidi e aminoacidi attivi, sono stati utili nella medicina popolare per trattare non solo bronchite e tosse, ma anche per le ulcere gastriche.

Questo perché i glicosidi del tipo tussilagine contenuti nella farfara, sono lenitivi per il tessuto della membrana mucosa, in condizioni come tosse cronica o bronchite, ma anche per l'apparato digerente. Alcuni studi recenti considerano le proprietà benefiche calmanti, per il trattamento dell'infiammazione intestinale. 

Inoltre, è stato adoperato tradizionalmente per lenire i sintomi della gotta, un tipo di artrite che causa gonfiore e dolore alle articolazioni.

La farfara, in più, possiede leggere proprietà sedative che potrebbero alleviare l'insonnia o l'ansia causata dallo stress. 

In tempi recenti, viene studiata per le sue possibili interazioni con le cellule nervose, ai fini della loro protezione. Inoltre, le ricerche vertono anche sulle capacità antinevralgiche storicamente sfruttate, di calmare le infiammazioni nervose.

Esternamente, gli estratti della pianta sono adoperati per trattare problemi di pelle come eczema, piaghe, ulcere e irritazioni.

Origini e Storia della coltivazione

La Tussilago Farfara è una pianta originaria dell'Europa e dell'Asia occidentale, che cresce ormai in molti paesi del mondo, anche in Nord Africa, Russia orientale, Cina e fino alle isole Svalbard. 

Si tratta di una pianta officinale che può essere trovata su colline, prati, pendii, bordi di boschi. Sono le foglie e le cime fiorite della pianta di farfara quelle più utilizzate per l'uso medicinale. Anche le radici possono essere adoperate, essiccate per l'infuso.

È detta popolarmente anche farfugio, farfaro o tossilaggine, e il suo nome deriva dall'uso storico che se ne faceva nell'erboristeria classica. Tussis (tosse) e agere (fare, nel senso di togliere), sono le parole che le hanno dato il nome. 

Anticamente, infatti, la farfara veniva usata per trattare gotta, sfiammare il corpo da influenza e febbre, e per curare la tubercolosi.

Già nell'antica Roma, Plinio il Vecchio ne parlava come pianta curativa. In seguito fu detta anche farfara dal nome latino farfarum, derivato forse da farfer - portatore di farina - in riferimento al colore bianco della sua peluria.

Pianta e fiori

La Tussilago Farfara è una pianta perenne della famiglia Asteraceae – unica del genere Tussilago.

Cresce fino a 25 cm circa, in diverse condizioni su terreni asciutti e umidi, vicino a ruscelli o fossati. 

Possiede una robusta radice a fittone, che le permette di sopravvivere ai periodi di siccità, immagazzinando acqua.

Le sue foglie lunghe sono ovali (a forma di cuore), e i fiori gialli spuntano da giugno ad agosto nel nostro emisfero.

Valori nutrizionali della Farfara 

I principali componenti di questa pianta sono le mucillagini, le saponine, i tannini, un olio essenziale, sali minerali (ferro, zinco), alcuni acidi (malico, gallico, etc.), resine e alcaloidi. 

Contiene anche principi attivi benefici come i flavonoidi, noti antiossidanti, il glucoside tussilagina, l'inulina e la peptina.

Come adoperare le foglie di Farfara nella tisana

L'infuso di Farfara, si ottiene inserendo in una tazza (250 ml), circa 3-5 grammi di foglie in taglio tisana con acqua a 100 °C. 

Lascia in infusione dai 5 ai 7 minuti, prima di bere la tisana benefica per bronchi e tosse.

Aggiungi miele o zucchero, se lo desideri.

Farfara: effetti collaterali e controindicazioni

Anche se la farfara può fornire dei benefici per la salute, ci sono delle regole sulla sua sicurezza, ed è necessario mantenere le corrette dosi.

La pianta, infatti, contiene alcaloidi pirrolizidinici (PAs), composti che possono causare danni epatici.

È quindi una pianta da non assumere in gravidanza o durante l'allattamento, e sconsigliata a coloro che soffrono di disturbi o patologie al fegato.

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Scheda tecnica

Provenienza
Balcani
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