In Indonesia la coltivazione del caffè unisce quantità e qualità infatti il paese è uno dei maggiori produttori mondiali e nella grande quantità troviamo anche caffè molto pregiati.

Storia della produzione di caffè in Indonesia

Nella storia della caffeicoltura indonesiana c’è una data che fa da spartiacque e che spiega perché a tutt’oggi il 90% della produzione è costituita da robusta, quella data è il 1876, anno in cui una devastante epidemia di ruggine del caffè, una patologia provocata dal fungo Hemileia vastatrix e conosciuta nei paesi del Sud America semplicemente come roya, mise in ginocchio i coltivatori spazzando via la quasi totalità delle piantagioni. Gli agricoltori risposero piantando robusta (Coffea canephora) che non è affatto immune al fungo come qualcuno pensa, ma offre certamente una maggiore resistenza rispetto alla delicata Coffea arabica. In precedenza l’Indonesia aveva prodotto quasi esclusivamente arabica e l’aveva esportata fin dagli inizi del 1700 sotto il controllo della compagnia olandese delle Indie Orientali. Nelle ultime decadi, spinti dal mercato, gli indonesiani hanno progressivamente reintrodotto l’arabica, ma la produzione tutt’ora vede un 90% di robusta contro un 10% di arabica. Si tratta comunque di volumi enormi, nel 2018 l’Indonesia era il quarto produttore mondiale con la bellezza di 660000 tonnellate. Lo stato indonesiano è un arcipelago che contiene più di diciassettemila isole, molte sono piccolissime, le cinque isole maggiori sono: Giava, Sumatra, parte dell’isola del Borneo (condivisa con una parte appartenente alla Malesia e il Brunei), parte della Nuova Guinea e Sulawesi. Per quel che riguarda la produzione del caffè le tre isole di interesse sono Sumatra. Giava e Sulawesi. Sulle alture nel sud e sudovest dell’isola di Sulawesi ad altezze comprese tra i 1100 e i 1500 metri viene coltivata la maggior parte dell’arabica. A Sumatra tutto il caffè viene lavorato con un particolare metodo semilavato (utilizzato anche in altre isole, ma a Sumatra tutto il caffè viene lavorato così) che qui viene chiamato Giling Basah e che dona ai chicchi un colore bluastro. Nell’isola di Giava si coltiva arabica solo nelle zone più alte (tra i 1400 e i 1800) metri ma la stragrande maggioranza della produzione è di robusta.

Qualità del caffè indonesiano

Parlando del caffè indonesiano non si può non menzionare il Kopi luwak, si tratta di un caffè il cui metodo di lavorazione consiste nel recuperare i chicchi solo parzialmente digeriti da un piccolo animale, lo zibetto delle palme. In sostanza l’apparato digerente dell’animale elimina solo lo strato esterno del chicco e questo ne diminuisce acidità ed amarezza, però va ricordato che questo prodotto è contestatissimo per ragioni etiche perché gli animali sarebbero tenuti spesso in condizioni vergognose. Il fatto che solo il 10% della produzione indonesiana sia costituito da arabica non comporta che solo all’interno di questo debba cercarsi caffè di qualità, infatti è vero che la robusta (che lo ricordiamo è ricavato da una specie di pianta differente) è meno pregiata e in generale dà origine a caffè più forti, più acidi e più amari ma come non ci stancheremo mai di ricordare il sapore del caffè è dovuto anche alle condizioni ambientali e quelle dell’Indonesia sono ideali, ci sono le alture, la vicinanza all’equatore, i venti monsonici che nel processo di lavorazione naturale donano un carattere particolare. Per quel che riguarda la produzione di arabica la varietà più coltivata a Sulawesi è la S795 che è imparentata con la Typica e incrociata anche con una specie di pianta diversa del genere Coffea chiamata Coffea Liberica, questo non sorprende visto che la S795 è una delle prime varietà di arabica ottenute che mostra una buona resistenza alla roya e abbiamo visto che trauma subì la caffeicoltura indonesiana da quel fungo micidiale.

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