Il caffè per il Perù rappresenta una delle principali esportazioni agricole. Il paese ha puntato su un discorso qualitativo e di rispetto dell’ambiente e molte delle varietà di arabica prodotte in Perù si fregiano della certificazione per caffè speciali.
Storia della produzione di caffè in Perù
Il caffè in Perù è arrivato nello stesso periodo in cui è arrivato in altri paesi del Centro e Sud America, cioè attorno al 1720, ma è solo a fine 1800 che il paese si affaccia sul mercato internazionale del caffè ed è solo a partire degli anni ‘90 dello scorso secolo che si assiste a un boom che impone il paese a livello mondiale. Se guardiamo solamente alla quantità prodotta il Perù non rientra tra i dieci maggiori produttori mondiali e fra i maggiori produttori alcuni sono paesi molto meno estesi, ma è interessante il discorso, qualitativo sotto ogni punto di vista, che viene portato avanti nel paese andino. Innanzitutto l’ambiente molto vario che vede la giungla tropicale amazzonica inerpicarsi a ridosso degli altopiani e poi cedere il passo ad ambienti sempre meno tropicali fino ad arrivare alle nevi delle Ande favorisce la diversificazione della produzione, Poi i peruviani ci hanno messo intelligentemente del loro, la produzione è organizzata in una miriade di produttori piccoli e medi riuniti in cooperative, all’interno di questa realtà troviamo anche produzioni curate dalle comunità Yanesha che adottano un metodo di coltivazione senza uso di fertilizzanti chimici. Questo ha portato il Perù ai primi posti mondiali della produzione di caffè del commercio equo e solidale, ad avere diverse varietà di caffè riconosciute come caffè speciali e ha aperto anche un settore economico parallelo, quello del turismo alla scoperta delle piantagioni.
La qualità del caffè peruviano
Come anticipato nel paragrafo precedente la varietà dell’ambiente e del clima favorisce la diversificazione delle varietà di caffè coltivate, purtroppo in anni recenti (metà degli anni ‘10) il Perù e tutta l’America latina hanno avuto seri problemi con la roja cioè il fungo della ruggine del caffè (una devastante malattia delle piante causata da un fungo chiamato Hemileia vastatrix) e questo, visto che non esiste una cura, ha portato a sostituire le varietà locali con varietà di caffè un po’ più resistenti alla roja. Il governo e i privati però si sono adoperati per rilanciare il settore privilegiando ancora di più la ricerca della qualità. Inoltre in Perù molte cooperative di produttori hanno preferito continuare con le varietà di arabica che garantissero la maggiore qualità anche se suscettibili all’attacco della roja. Ad esempio nella cooperativa Alto Palomar che coltiva un caffè biologico ad altitudini comprese tra i 1200 e i 1800 metri sul livello del mare si coltivano ancora la Caturra e la Typica. Entrambe sono varietà di arabica, ricordiamo che il caffè a livello commerciale viene ricavato da solo due specie del genere Coffea della famiglia delle Rubiacee, la Coffea arabica (migliore qualità) e la Coffea canephora (commercialmente chiamata robusta), ma come per tutte le piante coltivate le varietà sono innumerevoli. La Caturra è una varietà di Arabica nata in Brasile, si tratta di una mutazione naturale della varietà Bourbon, la pianta della Caturra è una pianta di piccole dimensioni, tanto che si parla di pianta nana, il gusto viene definito dolce e con note di limone. La Typica al contrario è una pianta alta e slanciata caratterizzata da una bassa resa e un’alta qualità, specie in America anche se la varietà ha probabilmente avuto origine in Etiopia che è il luogo di origine della specie Coffea arabica. Il gusto della Typica non è molto diverso da quello della Caturra, come tutte le varietà di arabica ha un retrogusto relativamente dolce, le note di limone nel gusto sono più pronunciate e la varietà ha un’acidità leggermente più