Il Lapacho, conosciuto anche come Pau D'Arco e con nomi locali come Taheebo e Ipe Roxo, è una pianta che da secoli viene utilizzata per le sue proprietà medicinali. È la corteccia, la parte utilizzata storicamente dai nativi sudamericani, che dona sostanze benefiche e preziosi minerali. L'infuso o decotto di Lapacho è una bevanda antiossidante, tonica per rinforzare le difese naturali del corpo.
Corteccia di Lapacho naturale: proprietà e benefici
Nella sua versione senza aromi aggiunti, la corteccia interna del Lapacho rende bio-disponibili dei composti chiamati naftochinoni. Si tratta di molecole molto reattive, che possono formare legami con diversi gruppi chimici e spesso rende queste sostanze dotate di capacità utili contro batteri, funghi, e come antinfiammatori naturali. In particolare, la corteccia di Lapacho contiene gli elementi lapacholo e beta-lapachone, ritenuti responsabili dei suoi benefici. Le proprietà antibatteriche e antimicotiche, notate già dall'erboristeria storica, sono dovute ad un meccanismo ancora non certo; si pensa, comunque, che le sostanze rilasciate nell'infusione o il decotto della corteccia, possano bloccare i processi che permettono a batteri e i funghi di produrre ossigeno ed energia.
I suoi elementi potrebbero ridurre la crescita di alcuni batteri nel sistema digestivo (il beta-lapachone viene studiato per la sua azione contro uno stafilococco), favorendo il benessere contro ulcere e irritazioni gastrointestinali.
Grazie a queste sue capacità, in fitoterapia viene consigliato il lapacho naturale, per prevenire l'attacco di batteri e funghi nell'organismo. In particolare, la tisana o decotto vengono considerati efficaci per il benessere delle vie urinarie. L'infusione di corteccia può essere utile in caso di candida e cistite, e per lenire i sintomi delle irritazioni vaginali tramite la depurazione. Nella prevenzione delle infiammazioni si ritiene che la corteccia di lapacho naturale, in alcuni casi, possa evitare che si scateni questa risposta naturale del corpo. L'infiammazione cronica è legata alla comparsa di diverse patologie, e per questo le sostanze che possono attenuarla sono considerate benefiche.
L'assunzione di Lapacho sembra inibire nel corpo il rilascio delle sostanze che innescano una risposta infiammatoria (mediatori infiammatori come la prostaglandina e l'ossido nitrico). Può calmare i sintomi di condizioni infiammatorie come l'osteoartrite, dove si presentano gonfiore e rigidità delle articolazioni. Possiede anche un effetto lassativo, e l'uso regolare dell'infusione mantiene i corretti movimenti intestinali. Questa capacità depurativa del Lapacho, potrebbe inibire l'assorbimento dei grassi alimentari – anche se sono possibili effetti collaterali di diarrea, quindi è necessario mantenere le dosi consigliate. La corteccia contiene anche diversi minerali come ferro, boro, rame e argento. Sostanze utili al benessere, particolarmente nella produzione di globuli rossi, che trasportano ossigeno in tutto il corpo. Per queste sue caratteristiche, l'infuso di Lapacho era usato dai nativi sudamericani anche come tonico e immunostimolante, in grado di fornire forza ed energia al corpo.
Origini e Storia della coltivazione
L'albero di Lapacho, originario del Centro e Sud America, era noto per le sue proprietà medicinali ai nativi del Brasile, Paraguay, Argentina, Bolivia e di altri paesi.
Le popolazioni adoperavano la corteccia del lapacho come pianta curativa, e infatti l'infuso è anche detto il tè degli Incas. Alcuni studiosi pensano che il suo uso può anche precedere gli Incas, e risalire a millenni fa. L'infusione e veniva fatta usando la corteccia interna dell'albero di lapacho – le varietà rosso o viola. I nativi hanno usato decotti o infusi di lapacho per trattare i disturbi dello stomaco, la pelle, per lenire le condizioni infiammatorie, i problemi gastrointestinali e le infezioni del tratto urinario. La corteccia era adoperata in particolare dalle tribù Guarani e Tupi-Nambo (presso di loro era l'albero Tajy); nelle alte Ande, dalle popolazioni Callawaya, Quechua, Aymara e altre tribù (che lo definivano albero Taheebo). L'uso del Lapacho era considerato un rimedio immunostimolante e tonico. Veniva chiamato Tajy, perché significa avere forza e vigore; era detto anche l'albero divino. Il legno di Lapacho è denso, solido, resistente all'umidità; era usato, infatti, per creare archi da caccia. Viene ritenuto adatto per realizzare travi o strutture di legno all'aperto.
Pianta e fiori
Il Lapacho ha il nome botanico di Handroanthus impetiginosus ed è un albero originario del Sud America. Fa parte della famiglia delle Bignoniacee. Possiede anche altri nomi nei vari territori, sia botanici sia popolari. A livello scientifico, tra i tanti sinonimi ci sono Tabebuia avellanedae, Tecoma avellanedae e Tabebuia impetiginosa - specie originarie delle foreste pluviali tropicali. Nella lingua parlata, viene chiamato anche ipê rosa o ipê roxo, lapacho rosa, lapacho negro, pau d'arc, e così via. Come pianta, il Lapacho è diffuso in tutto il Centro e Sud America, e rappresenta l'albero nazionale del Paraguay. Come albero è imponente, e può svilupparsi fino a circa 30 metri di altezza, anche se cresce lentamente. La fioritura mostra fiori rosa-viola, nelle varietà di ipe utile alle infusioni, che sbocciano prima della comparsa delle nuove foglie. La corteccia dell'albero è dura, difficile da scorticare, e mostra un colore grigio-bruno. Il legno è giallastro, molto duro, resistente alle intemperie e al sole cocente.
Valori nutrizionali del Lapacho
La corteccia di lapacho contiene sostanze e minerali utili per mantenere il benessere e la vitalità del nostro corpo. Contiene ferro, magnesio, manganese, calcio, iodio, boro e bario. I principi attivi più noti sono i naftochinoni, principalmente il lapacholo (derivato della vitamina K) e il beta-lapachone. Gli antrachinoni sono altri importanti composti presenti nella pianta. Molte delle doti curative del lapacho, possono essere dovute a una probabile sinergia tra i due composti. Nel Lapacho troviamo anche i flavonoidi antiossidanti come quercetina e xyloidone. Come adoperare la corteccia nella tisana o decotto di Lapacho L'infuso ideale si ottiene immergendo in una tazza (250 ml), circa 3-5 grammi della miscela di Lapacho naturale, con acqua a 100 °C. Lascia in infusione dai 10 ai 12 minuti, prima di bere la tisana antinfiammatoria. Per un buon decotto di corteccia di Lapacho: prendi un cucchiaino di corteccia, aggiungila a una tazza d’acqua, porta a bollore e lascia andare per una decina di minuti. Successivamente, togli dal fuoco e lascia in infusione per altri dieci minuti. Filtra e bevi.
Lapacho: effetti collaterali e controindicazioni
Nel consumo della corteccia di Lapacho, si possono verificare alcuni effetti indesiderati, soprattutto se non si rispettano le dosi consigliate. Questi effetti includono nausea, vomito, diarrea e rischi di anemia. Visto che le proprietà del Lapacho possono influire sulla fluidificazione del sangue, dovrebbe essere evitato da chi assume farmaci anticoagulanti o l'aspirina. Questo infuso non è consigliato ai bambini, alle donne in gravidanza e in allattamento.