Paprika piccante: proprietà, benefici:
La paprika piccante è ricca di vitamina C, vitamina A, carotene, ha proprietà antifermentative, analgesiche, antireumatiche, stimola l’afflusso del sangue e tonifica l’organismo.Il suo contenuto di vitamina C è benefico sia per gli occhi che per la pelle. Oltre al ferro, la paprika contiene altri sali minerali fondamentali per il nostro organismo, come magnesio, potassio e fosforo.
Contiene anche acido folico e vitamina K. La presenza di luteina e zeaxantina è utile per proteggere la salute degli occhi. È ricca di vitamine utili a proteggere i vasi sanguigni, tra le quali troviamo la vitamina E.
Contiene vitamina B6, considerata utile per prevenire la perdita dei capelli.Inoltre la paprika presenta proprietà antibatteriche. Per il suo contenuto di capsaicina aiuta ad abbassare la pressione sanguigna.
Contiene ferro, utile per prevenire l' anemia. È una fonte di antiossidanti che aiutano a prevenire i segni dell'invecchiamento e a mantenere giovane il nostro organismo. Può aiutare a migliorare la circolazione. La ricchezza di antiossidanti della paprika la rendono una spezia benefica per mantenere la pelle giovane e splendente. Includere la paprika nella propria dieta potrebbe essere d'aiuto per prevenire l'acne e le vene varicose, dato che è protettiva sia per la pelle che per i vasi sanguigni.
Origini e cenni di storia:
La paprika piccante proviene dai famosi peperoncini coltivati in Ungheria dai quali si ricava una polvere che ha lo stesso nome. Il Capsicum annum, una delle cinque specie principali del genere “Capsicum” che comprende peperoni e peperoncini, identifica una pianta tropicale originaria del Messico, già conosciuta in Asia e Africa, ma che si diffuse in Europa solo nel Cinquecento, dopo la scoperta delle Americhe. Nella cucina dell’Ungheria, dove oggi si coltiva la migliore paprica, questa spezia divenne l’ingrediente più importante solo intorno all’Ottocento.
Secondo le credenze popolari il suo utilizzo come rimedio contro la malaria risalirebbe addirittura al tempo della dominazione turca (XVI-XVII sec.). Leggenda narra che sarebbe stata una giovane contadina ungherese scappata dall'harem di un pascià turco, dove si coltivavano i peperoni, ad insegnare ai contadini del suo villaggio come lavorare la paprica. Il colore iniziale verde, vira al rosso brillante a maturazione. Furono i turchi ad introdurre la pianta in Ungheria durante la loro dominazione nel 16° e 17° secolo. Inizialmente considerata e utilizzata come pianta ornamentale per decorare giardini.
Ma i contadini, che avevano più contatti quotidiani con le abitudini alimentari degli invasori, iniziarono a speziare anche loro i cibi con la polvere ottenuta da questo peperoncino. Otto sono le varietà di Paprika ungherese, differenziate dal livello di piccantezza e dal colore della polvere: Különleges (qualità speciale, mite e con colore rosso vivace), Csípősmentes csemege (delicata e dolce), Csemege paprika (simile al precedente, ma più piccante), Csípős csemege (ancora più piccante), Édesnemes (nobile dolce, leggermente piccante e rosso vivo), Félédes (semi-dolce, mediamente piccante), Rózsa (leggermente piccante di colore rosso pallido), Erős (più piccante e di colore marrone chiaro-arancione). Gli ungheresi preferiscono quelli dolci. Utilizzata soprattutto come polvere addensante dei tradizionali gulash.
Nella cucina ungherese infatti, si privilegiano i profumi e gli aromi del peperoncino, più della piccantezza, che passa sempre in secondo ordine.