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Quando si parla di Ibisco, di solito si parla dell'intero fiore dai petali al gambo, mentre la parola Karkadè sta a significare il solo fiore con i petali esterni (che racchiudono i pistilli). 

Questa dei petali è la parte più pregiata, carnosa e benefica, che ci dona le sue proprietà e un profumo intenso. Una tisana di karkadè, derivata dai fiori commestibili dell'Hibiscus, contiene molte sostanze antiossidanti, minerali e vitamine benefiche per il nostro organismo.

Karkadè - Ibisco: proprietà e benefici

Il colore rosso di questo infuso deriva dalle sostanze contenute nei fiori di ibisco, ossia polisaccaridi e flavonoidi. Oltre alla colorazione, questi componenti donano dei vantaggi salutari, soprattutto sotto forma di tisana.

Principalmente, queste sostanze sono benefiche per il sistema cardiovascolare, avendo capacità di prevenire il fenomeno dell'ossidazione delle lipoproteine a bassa densità (LDL). Si tratta di proteine la cui degenerazione viene associata alle patologie cardiache (malattia vascolare aterosclerotica.). Un meccanismo che può essere contrastato dalle antocianine e dai flavonoidi presenti nell'ibisco: sabdaretina, gossipetina e ibiscetina.

Inoltre, un infuso di ibisco dona benefici diuretici, e aiuta con la sua azione purgante, il transito intestinale contro la stitichezza. Inoltre, l'effetto disintossicante è ottimo per il fegato.

L'attività diuretica supporta anche il benessere delle vie urinarie, contrastando l'attività di alcuni batteri. Nella medicina popolare, infatti, l'ibisco è stato usato come antinfiammatorio naturale per i disturbi e irritazioni del tratto urinario, come la cistite.

L'attività di maggiore diuresi, è utile per il drenaggio dei liquidi in eccesso, contrastando la ritenzione idrica, che ci rende gonfi e aumenta il rischio della comparsa di edemi e cellulite.

Aumentare la diuresi contrasta anche l'ipertensione, ossia la pressione sanguigna alta, e unendosi ai flavonoidi, aiuta a regolare i livelli di colesterolo nel sangue, specialmente per chi soffre di condizioni come la sindrome metabolica e il diabete. 

La pressione alta costante, sappiamo che fornisce al cuore un ulteriore sforzo, e può causarne l'indebolimento. 

Il tè di ibisco è ricco di potenti antiossidanti, molecole che aiutano a combattere i composti chiamati radicali liberi, che causano danni alle cellule e favoriscono l'invecchiamento. Gli antiossidanti flavonoidi, si uniscono alla vitamina C, per aiutare il benessere della pelle e contrastare i segni dell'età

Questi antiossidanti dell'ibisco apportano anche benefici alla bellezza dei capelli. In passato, si usava l'impacco di fiori di ibisco contro la caduta dei capelli e la comparsa prematura della chioma grigia.

Inoltre, la vitamina C rafforza il sistema immunitario.

Recentemente, è stato studiato l'effetto benefico dell'infuso di fiori dell'ibisco su alcuni sintomi come le vampate di calore in menopausa. 

Per la salute delle donne, l'ibisco contiene gli antiossidanti essenziali per evitare un fastidioso squilibrio ormonale come le vampate. Nei secoli, infatti, l'infuso di fiori di ibisco era adoperato per alleviare i crampi mestruali, riducendo così alcuni sintomi delle mestruazioni.

Origini e Storia della coltivazione

L’ibisco si identifica con la pianta Hibiscus, originaria delle zone tropicali asiatiche e delle isole dell’Oceano Pacifico. Da quel territorio, si è diffuso ed è stato coltivato, a scopo ornamentale, in Europa e in nord America – per i suoi bellissimi fiori. 

Oggi, esistono oltre 300 specie differenti di ibisco.

Il suo nome deriva dal termine greco hibiskos, che significa malva, e gli fu attribuito dal medico romano Dioscoride, nel I secolo a.C. Si rinnovò l'interesse per questa pianta in epoca più recente, quando furono inviate in Olanda diversi esemplari di Ibisco dalla corte di Costantinopoli, derivanti dall'Asia Minore. Il botanico e ambasciatore Ghiselin de Busbecq (XVI secolo), rinnovò la coltivazione dell'ibisco in Europa.

In diversi paesi questa pianta ha ottenuto un successo enorme; soprattutto nelle isole polinesiane e del Pacifico, e in Giamaica, dove l’Hibiscus elatus è l’albero nazionale. Rappresenta anche il fiore nazionale di Haiti, della Corea del Sud e della Malesia (con varietà di ibisco diverse Hibiscus syriacus e Hibiscus Rosa-Sinensis). 

Anche nelle Isole di Salomone (Nuova Guinea), dall'hibiscus taliaceus si ricavano fibre e foglie per creare i tipici gonnellini da ballo.

Sono celebri i fiori di ibisco usati nell’isola di Tahiti, per adornare i capelli delle ragazze, immortalati nelle opere del pittore Gauguin. I ragazzi, invece, adoperano il fiore sull’orecchio destro per mostrare che sono impegnati, o sull’orecchio sinistro per dire che sono liberi. L'ibisco nel linguaggio dei fiori simboleggia bellezza e affetto.

Nella religione indù, inoltre, viene utilizzato per le interpretazioni divine.

Nella medicina popolare è stato utilizzato per un'infusione, che nelle zone africane si chiama tè di karkadè. Si utilizzava contro febbre, raffreddamento, stitichezza, per trattare malattie nervose e cardiache, e per la depurazione del fegato. L'utilizzo più diffuso era quello diuretico, e come medicina benefica durante la menopausa.

Pianta e fiori

La pianta Hibiscus appartiene alla famiglia della malva (Malvaceae). Originaria delle regioni calde temperate e tropicali, è coltivata sia a scopo ornamentale per i fiori, sia come pianta da fibra.

L'ibisco che cresce nelle zone dove il clima è mite, e non raggiunge mai dimensioni rilevanti. Le piante che crescono nei loro habitat originari possono raggiungere altezze fino ai 25 metri.

I fiori dell'ibisco spuntano singolarmente o in gruppi, e durano solo un giorno in molte specie. 

Tra le specie principali c'è l'Hibiscus rosa-sinensis o rosa cinese, che può raggiungere un'altezza di 4,5 metri. Viene coltivato per i suoi grandi fiori rossi, bianchi, gialli o arancioni. 

L'ibisco dell'Africa orientale (H. schizopetalus), è un arbusto cadente con petali rossi, solitamente coltivato in casa.

Altri Hibiscus includono le piante da fibra mahoe (H. tiliaceus), kenaf (H. cannabinus), e rosellina (Hibiscus sabdariffa); oltre alla rosa di Sharon (H. syriacus), e molte piante da fiore note comunemente come malva.

La varietà utilizzata in cucina è quella dell'Hibiscus sabdariffa  da cui si ottiene il karkadé per infusi e confetture, oltre che per l'essiccamento - fiori di ibisco disidratato. I frutti dell’Hibiscus esculentus si usano come verdura (Gombo, Okra o Bamja).

La varietà Hibiscus cannabinus viene adoperata nell’industria cartaria, dato che si mostra ricca di cellulosa. 

Valori nutrizionali dei fiori di Ibisco

Il fiore di ibisco è ricco di antiossidanti, polifenoli, e fornisce varie sostanze nutrizionali. L'Ibisco dona minerali come magnesio, calcio, ferro e potassio.

A livello di vitamine, l'ibisco contiene discrete quantità di vitamina A e vitamina C, con livelli più alti che nell'arancia e nel mango.

Alcuni componenti antiossidanti dell'ibisco sono le antocianine (delfinidina, cianidina, etc.), poi le sostanze bio-attive come ibiscetina, sabdaretina, gossipetina, quercetina. Sono presenti tannini, acido protocatecuico, polisaccaridi, acidi come il tartarico, malico, ossalico, citrico, etc.

Come adoperare gli ingredienti nella tisana di Ibisco

L'infusione ideale si raggiunge inserendo in una tazza (250 ml), circa 3-5 grammi dei fiori di ibisco, con acqua a 100 °C. 

Lascia in infusione dagli 8 ai 10 minuti, prima di bere la tisana.

Ibisco: effetti collaterali e controindicazioni

In alcune condizioni, è consigliabile moderare il consumo dei fiori di ibisco al minimo, oppure evitarlo – è bene discutere con il proprio medico prima di consumarlo.Per le donne in gravidanza, è possibile che l'ibisco rilassi la muscolatura uterina, inducendo il travaglio prematuro. Anche nelle donne che allattano, dovrebbe essere assunto con cautela.

Se utilizzi farmaci per la pressione sanguigna, l'ibisco può essere efficace nell'influenzare la pressione sanguigna. Sulle modalità, consulta uno specialista, perché potrebbero verificarsi delle interazioni tra le alte quantità di ibisco e farmaci diuretici usati per trattare la pressione alta.

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