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Le mandorle sono originarie dell’Iran ma oggi gli Stati Uniti d’America (in realtà dovremmo dire la California, la produzione viene tutta da lì) sono di gran lunga il primo produttore mondiale. Questa frutta secca tanto pregiata è usata nella cucina di molti paesi del mondo quasi sempre nella preparazione di dessert. 

Benefici e proprietà delle mandorle

Se ci riferiamo alla tradizione nel corso dei secoli alle mandorle sono state attribuite proprietà benefiche in ogni campo, compresi gli immancabili effetti afrodisiaci. Ma noi preferiamo concentrarci su quelli che sono stati confermati da studi scientifici o che perlomeno sembrino verosimili visti i nutrienti contenuti nelle mandorle. E allora vediamoli, il più sorprendente è che le mandorle possono essere amiche della dieta, sembra strano per un alimento che come tutta la frutta secca è carico di calorie (579 kilocal per 100 grammi) ma sono stati condotti studi che hanno rivelato che parte di queste calorie (10-15%) non viene assorbita per la scarsa digeribilità di alcuni nutrienti. Inoltre le mandorle donano un senso di sazietà che può essere usato per controllare la fame in chi è a dieta, purché ovviamente ci si attenga alla dose consigliata di 30 grammi al giorno e si tenga conto del loro apporto calorico.

Poi le mandorle sono piene di antiossidanti, sia in forma di acidi grassi buoni che di vitamina E. Dunque abbassano il colesterolo cattivo (LDL), inoltre grazie alla presenza di polifenoli (questi però contenuti soprattutto nella buccia) non si limitano ad abbassarlo ma ne contrastano l’ossidazione che è un passo cruciale nel processo che favorisce malattie cardiache. L’alto contenuto di magnesio (100 grammi di mandorle assicurano il 75% del fabbisogno giornaliero medio) potrebbe aiutare ad abbassare la pressione sanguigna. 

Infine il fatto che come tutta la frutta secca le mandorle siano ricche di grassi ma povere in carboidrati può aiutare chi è a rischio diabete ad assicurarsi un adeguato apporto calorico non derivante da zuccheri.

Pianta e frutto

Il mandorlo (nome scientifico Prunus amygdalus) appartiene allo stesso genere e sottogenere (prunus sottogenere prunus amygdalus) a cui appartengono le pesche, del resto tutti possiamo notare quanto il nocciolo di pesche ed albicocche sia simile alle mandorle, la differenza sta nel frutto, quello del mandorlo è coriaceo e non carnoso e succoso. La pianta è un albero deciduo (cioè che perde le foglie in autunno e i cui frutti cadono a maturità) che normalmente cresce tra i 4 e i 10 metri. L’impollinazione dipende interamente dagli insetti, negli USA ogni anno più della metà dell’intera popolazione delle api allevate dagli apicoltori di tutto il paese viene affittata e trasportata in camion in California per l’impollinazione.

Storia della coltivazione delle mandorle negli USA

Le mandorle sono originarie dell’Iran e di paesi limitrofi (Azerbaijan ed Armenia), già nell’antichità si diffondono in tutto il bacino del Mediterraneo (Sud Europa e Nord Africa) in tempi più recenti in altre zone del mondo. 

In California le Mandorle vennero introdotte dai frati francescani già nel XVIII secolo ma ci vollero più di cento anni affinché la coltivazione prendesse piede con successo perché gli Spagnoli si trovarono a che fare con un clima (relativamente) più fresco e decisamente più umido di quello che conoscevano. Ma già all’inizio del XX secolo l’industria della coltivazione delle mandorle in California era pienamente sviluppata ed erano state create nuove varietà tramite gli incroci. Negli ultimi 30 anni la produzione è aumentata addirittura del 400% portando gli Stati Uniti ad assicurare ben più del 50% della produzione mondiale e, vista la crescente domanda da parte del mercato, ad esportare in paesi a loro volta storici produttori di mandorle come la stessa Italia. 

Attualmente in California si coltivano 13 varietà di mandorle di rilevanza commerciale, ma quelle davvero importanti sono: Carmel, Padre, Butte, Fritz. Monterey, Independence, ma soprattutto Nonpareil che costituisce il 40% della produzione totale. Pensate che la coltivazione del mandorlo in California si estende su un’area immensa tra San Joaquin, Fresno e la Sacramento valley che ammonta a più di mezzo milione di acri, cioè a più di 2023 kmq, che è poco meno dell’estensione dell’intera provincia di Benevento.

Le mandorle Californiane in cucina

Le mandorle oltre ad essere consumate come snack sono molto adoperate in cucina e nell’industria alimentare, specialmente nella produzione di dolci, in praticamente tutto il mondo.

Nel nostro paese come è noto sono in alcuni dei dolci più iconici delle feste: la colomba pasquale e nel torrone (in alternativa alle nocciole), mentre piccole quantità della varietà amara vengono usate negli amaretti. In Germania le mandorle fanno parte delle ricette di un osterbrot (pane pasquale) che viene consumato a colazione nei giorni delle feste. 

Anche in Spagna si produce il torrone in particolare nella zona di Alicante si produce il famoso Turron de Jijona un impasto di miele e mandorle tritate. 

In Francia un dolce chiamato Dacquoise è composto da strati di meringa di mandorle e nocciole e panna montata o crema al burro su una base di biscotti al burro. 

Ma tra le ricette in rete non mancano di certo le ricette in cui le mandorle sono usate in piatti salati, specie in piatti esotici o comunque ispirati alla cucina orientale, abbiamo scelto

Tempeh con riso basmati e mandorle

(il tempeh è un piatto tradizionale giavanese fatto di semi di soia fermentati)

Ingredienti per 4 persone

  • 250 gr di tempeh
  • 240 gr di riso basmati
  • 2 cucchiai di salsa di soia a basso contenuto di sale
  • 20 gr mandorle
  • 2 cucchiai olio extravergine di oliva
  • 1 cipolla
  • Timo

Preparazione

1) Mettere sul fuoco una pentola d’acqua (per cuocere il riso).

2) Tagliare il tempeh a pezzi.

3) Tritare la cipolla e lasciarla appassire nei due cucchiai di olio in una padella.

4) Quando sarà morbida aggiungere il tempeh, 1 cucchiaio di salsa di soia e lascia saltare a fiamma viva, mescolando con delicatezza per circa 5 minuti.

5) Unire le mandorle e continuare a cuocere.

6) Scolare il riso molto al dente e saltarlo nella padella aggiungendo anche l’altra salsa di soia. 

7) Servire caldissimo con timo fresco.

Fonte ricetta: Melarossa

1041/250

Scheda tecnica

Carboidrati di cui zuccheri
0,09g
Carboidrati:
12,2g
Grassi:
0,51g
Proteine:
21,6g
Saturi:
0,08g
Valore energetico (calorie):
581 Kcal
Provenienza
Usa

Riferimenti Specifici

ean13
8056479081462
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