Questa pianta, nota da secoli per le sue proprietà fitoterapiche, viene utilizzata sia per uso interno, attraverso le foglie in infusione, sia per uso esterno come lozione. Le foglie di piantaggine, infatti, contengono composti utili al benessere del nostro organismo, con funzioni antinfiammatorie naturali, bechiche per calmare la tosse, espettoranti e cicatrizzanti.
Piantaggine: proprietà e benefici
Le foglie di questa pianta contengono mucillagini, tannini e acido silicico, in grado di fornire delle doti considerate in passato dalle proprietà antibatteriche naturali. Una tisana con foglie di piantaggine, viene considerata un infuso dalle doti calmanti per la tosse ed espettoranti in caso di bronchite, catarro, sinusite, asma.
Le foglie possiedono caratteristiche broncodilatatrici e possono essere usate per dare sollievo ai sintomi delle bronchiti e dei raffreddori con stati infiammatori della bocca, della gola e delle vie aeree.
L'infuso può trattare queste condizioni, grazie al contenuto di mucillagini e tannini, che donano alla piantaggine un'azione emolliente, sedativa e astringente. Per calmare la tosse e sciogliere il catarro, le mucillagini della piantaggine si stratificano sulle pareti delle mucose bronchiali, proteggendole da ulteriori aggressioni. Nella medicina tradizionale di molti paesi europei, infatti, le foglie di piantaggine sono state usate storicamente per sciroppi o infusi adatti a contrastare i disturbi dell'apparato respiratorio.
È nota anche come calmante tramite gargarismi, in caso di laringiti e tracheiti.
A livello interno per il tratto gastrointestinale, la piantaggine con la sua azione diuretica e astringente è utile a lenire sintomi di diarrea, intestino irritabile e cistite. L'infuso delle foglie di piantaggine è considerato salutare per la funzione dello stomaco, contro gastrite, spasmi e irritazioni. Esternamente, i preparati a base di piantaggine vengono usati come lenitivi per la pelle irritata e l'acne, per velocizzare la cicatrizzazione delle ferite e attenuare i sintomi dell'herpes.
In tal caso, si può usare come lozione, per impacchi esterni sulla pelle infiammata.
La piantaggine velocizza la guarigione di lesioni della pelle, foruncoli ed emorroidi, favorendo la riparazione dei tessuti danneggiati. Sul viso è adoperata in caso di acne, come lozione anti-irritazione e purificante. Inoltre, aggiunta all'acqua del bagno, dona un effetto emolliente e rinfrescante.
Origini e Storia della coltivazione
La piantaggine è classificata in due gruppi, a foglia stretta e a foglia larga. In ogni caso, la pianta è originaria dell'Africa settentrionale (Algeria, Egitto, Libia, Marocco e Tunisia), presente anche anticamente nelle Azzorre, nelle Isole Canarie, e diffusa in Europa, Asia e subcontinente indiano. Era nota già nell'antichità classica e il botanico Teofrasto, nel III a.C., cita la piantaggine a foglia stretta tra le verdure selvatiche primaverili. Il medico Dioscoride descrive le applicazioni medicinali delle foglie e delle radici, oltre ad indicarle come verdure cotte da mangiare (considerate un alimento medicinale).
Era ritenuta anche da Plinio e Galeno un rimedio diuretico ed emostatico.
Anticamente era usata come antiemorragico e per favorire la coagulazione del sangue. Era nota per fermare rapidamente il flusso di sangue e facilitare la riparazione dei tessuti danneggiati. Adoperata pure come pianta antimalarica, la piantaggine era nota soprattutto come lozione dalle proprietà cicatrizzanti di piaghe, ulcere e ferite. Veniva usata per calmare i gonfiori della gotta, le infiammazioni degli occhi e del cavo orofaringeo. Inoltre, per attenuare il prurito e il gonfiore causato da punture di insetti. Nel medioevo viene esaltata la sua caratteristica astringente, utile anche per le patologie uterine e vaginali. Anche nei secoli successivi, ha mantenuto nella fitoterapia le doti di cicatrizzante, astringente negli stati infiammatori delle vie respiratorie con catarro, per calmare le irritazioni dell’apparato digerente e urogenitale.
Inoltre, era una pianta nota per la tintura dei tessuti.
La fibra ottenuta dalle foglie, è utile per rinforzare i tessuti e per ottenere la colorazione dorato-cioccolato. Anticamente veniva usato il cataplasma di piantaggine per le bruciature, versando acqua bollente su 1-3 cucchiai di foglie di piantaggine secche - abbastanza per saturarle e ammorbidirle. Si scolava l'acqua in eccesso e si applicava la lozione sulla bruciatura insieme ad una pomata curativa, con una benda. Le foglie umide venivano applicate su un dente doloroso, un'unghia incarnita o un linfonodo gonfio per portare sollievo dal dolore.
Pianta e fiori
La Piantaggine o Plantago lanceolata è una pianta perenne e spontanea che fa parte della famiglia Plantaginaceae. Generalmente, la piantaggine è classificata in due gruppi, a foglia stretta e a foglia larga. Con il termine piantaggine, comunque, di solito si indicano entrambe le varietà più note, sia la Plantago lanceolata sia la Plantago major. La piantaggine è un'erba che cresce facilmente, con radici a fittone, e foglie su gambi lunghi. Il gambo del fiore è più lungo delle foglie. È considerata un'erbaccia comune nei terreni coltivati, e si trova diffusa in molti paesi. Cresce facilmente ovunque, su prati, bordi delle strade, brughiere, zone umide, dune di sabbia o nelle foreste pluviali, su terreni neutri e basici.
Valori nutrizionali della piantaggine
I componenti attivi delle foglie in taglio tisana della pianta, più utili per il nostro benessere sono i glicosidi, i composti fenolici, le mucillagini, e l'acido salicilico. Inoltre, la piantaggine contiene tannini, vitamine, e alcune molecole utili come saponina, acido citrico, enzimi (invertina ed emulsina).
Come adoperare le foglie della piantaggine nella tisana
L'infuso di piantaggine, si ottiene inserendo in una tazza (250 ml), circa 3-5 grammi delle foglie in taglio tisana, con acqua a 100 °C. Lascia in infusione 7-8 minuti, prima di bere la tisana. Aggiungi miele o zucchero, se lo desideri.
Piantaggine: effetti collaterali e controindicazioni
Solitamente gli estratti di questa pianta vengono tollerati senza grandi effetti collaterali. In alcuni casi, comunque, si possono verificare reazioni di sensibilità che possono includere nausea, vomito, reazioni cutanee. Avendo proprietà che agiscono sul sistema digerente, le foglie di piantaggine possono provocare diarrea, indigestione, flatulenza e gonfiore. È bene rispettare le dosi consigliate e non prolungare eccessivamente i tempi del trattamento. Non usare la piantaggine, in gravidanza e allattamento.