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La Colombia è un paese piuttosto grande ed è il terzo produttore mondiale di caffè, quindi è difficile descrivere un caffè colombiano come se ce ne fosse un solo tipo, un carattere comune è l’acidità contenuta, in quanto al carattere c’è chi li definisce corposi e chi delicati e fruttati ma vivaci.

Storia della produzione di caffè in Colombia

La storia del caffè in Colombia è simile a quella di altri paesi dell’America latina, arrivato con i conquistadores furono i missionari gesuiti a tentare di introdurne la coltivazione (secondo alcune fonti l’anno di arrivo sarebbe il 1723), anche in considerazione del valore crescente che stava acquisendo in Europa, anche se presso le popolazioni locali non aveva nessun appeal. Ma è solo attorno negli anni 30 del 1800 che la produzione comincia davvero ad espandersi in varie regioni del paese e ad affacciarsi all’esportazione. A fine secolo l’esportazione del caffè era già diventata il maggior introito per l’economia della Colombia. Nel XX secolo, anche in questo caso similmente ad altri stati dell’America, in reazione alla crisi del mercato mondiale del caffè venne creata la Federazione Nazionale dei Coltivatori di Caffè (FNC), lo scopo era concentrarli in modo da aumentare la loro forza e vigilare sui loro diritti. Dalla Federazione dei coltivatori Colombiani è poi nato il Centro Nacional de Investigaciones de Café (Cenicafé) che ovviamente si occupa degli aspetti tecnici per migliorare la produzione, ad esempio sviluppare varietà più resistenti alla roja, la ruggine del caffè. Come abbiamo anticipato per quantità di produzione la Colombia è oggi il terzo paese al mondo (secondo dati rilasciati nel 2018 dalla International Coffee Organization la produzione ammontava a 810.000 tonnellate), il caffè che si produce è quasi completamente arabica ed è considerato un caffè di qualità.

La qualità del caffè colombiano

Come anticipato nel paragrafo introduttivo parlare del caffè colombiano come se ne esistesse solo un tipo è azzardato trattandosi di un paese abbastanza grande che lo produce in tante regioni diverse. D’altro canto le condizioni ambientali di molte di queste zone sono simili, la maggior parte del caffè colombiano viene coltivato tra i 1200 e i 1700 metri, emergono quindi dei tratti comuni alla maggior parte dei caffè colombiani, l’acidità è contenuta anche se l’essiccazione viene effettuata col metodo lavato che tende ad aumentare l’acidità (perché il chicco viene messo ad essiccare già ripulito dalla polpa del frutto e dunque non ne assorbe gli zuccheri che contrastano la naturale acidità del seme), l’aroma è fruttato e dolce con sentori floreali. Le regioni più importanti per la produzione del caffè in Colombia sono: Antioquia, Cauca, Santander, Narino, Tolima, Huila. Antioquia è la regione da cui è partita la caffeicoltura in Colombia, qui hanno sede FNC e Cenicafé e dunque è la zona dove nelle piantagioni si sperimenta. Huila è una regione montagnosa nel sud della Colombia attraversata dalle Ande, per la precisione dalla Cordigliera orientale, i caffè di questa zona sono quelli un po’ più acidi e corposi. Sempre a sud vicinissima all’equatore la regione di Narino è famosa per caffè cremosi e fruttati. Anche Narino è in parte attraversata dalle Ande ma si affaccia sul mare

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