La frangula o frangola, è una pianta officinale nota per le sue proprietà lassative, rilasciate dalla corteccia o secondo strato.
Dopo essere stata essiccata all'aria, la corteccia della frangula diventa consumabile, ottima per il rilascio di sostanze che stimolano i movimenti intestinali.
Corteccia di Frangula: proprietà e benefici
Questa parte della pianta, quindi, possiede proprietà lassative molto utili in caso di stitichezza, sia cronica che occasionale.
I composti che donano alla corteccia di frangula queste proprietà, sono i derivati idrossiantracenici (dall'antracene): antrachinoni e franguline, che si rendono disponibili anche nella tisana della corteccia.
Il modo in cui la corteccia di frangula agisce è quello di introdurre queste sostanze, che verranno poco assorbite inizialmente nello stomaco. Si attivano e vengono metabolizzate tramite la flora batterica solo in un certo tratto: per stimolare il movimento dell'intestino crasso e, di conseguenza, favorire un transito intestinale più veloce.
La tisana di corteccia di frangula può anche ridurre l'assorbimento di acqua e sale nelle cellule che rivestono il colon (parte inferiore dell'intestino), e stimolare la loro secrezione. Come effetto, aumentano le concentrazioni di liquido e sale in quella parte dell'intestino, ammorbidendo le feci.
Nel trattamento della stitichezza la corteccia di frangula ha un uso ben attestato storicamente. Fa parte dei lassativi contenenti sostanze che mostrano un effetto positivo sulla stipsi, e di contrasto all'inerzia intestinale.
L'importante è di evitare il suo uso per oltre 8 giorni, in quanto può diminuire il livello di potassio e causare problemi a a diversi organi, e peggiorare alcune situazioni di stitichezza.
In più, i composti dell'antracene della corteccia favoriscono la produzione di muco. Questa caratteristica è ottima anche per migliorare la digestione, tonica per lo stomaco e diuretica. Aiuta anche contro l'infiammazione delle emorroidi e per l'eliminazione dei parassiti intestinali.
La corteccia ha un'azione purgativa, quindi, anche in grado di depurare e disintossicare l'organismo, favorendo la rimozione delle tossine.
Inoltre, un trattamento di erboristeria con la corteccia di frangula, migliora inoltre il funzionamento del fegato e della cistifellea.
Il suo consumo, in passato, era addirittura indicato per il trattamento di calcoli biliari e altri disturbi del fegato, perché facilita la secrezione e il deflusso della bile attraverso la cistifellea.
Storicamente, la corteccia in taglio tisana era nota anche per trattare il gonfiore addominale e la flatulenza, condizioni leggere di mal di gola e irritazioni gengivali.
Origini e Storia della coltivazione
Questo arbusto è originario dell'Europa , dell'Asia occidentale e dell'Africa settentrionale. La frangula nel Settecento è stata introdotta in Nord America, dove è spesso coltivata come pianta ornamentale.
Il nome deriva dalla parola latina frangere che significa rompere, e forse è un riferimento alla natura fragile dei suoi rami.
La sua corteccia è stata adoperata medicalmente come un lassativo leggero, almeno dal Rinascimento. A causa delle sue proprietà purgative, è stata usata anche per la cura di altre malattie come quelle del fegato, della cistifellea e della milza, per l'idropisia e la scabbia.
Le preparazioni di corteccia di frangula sono ottenute essiccando e sminuzzando la corteccia. La corteccia essiccata può anche essere messa in un solvente (come l'etanolo), per dissolvere i composti e formare un estratto.
Pianta e fiori
Frangula è il nome comune della corteccia della pianta Rhamnus frangula L. (Frangula alnus Miller), appartenente alla famiglia delle Ramnacee.
È un arbusto o piccolo albero che cresce tra i 2 e i 6 metri di altezza. Si sviluppa meglio in pieno sole, su terreni molto umidi, e per questo si trova vicino ai fiumi, fossati o terreni allagati, sulle rive dei laghi e nei boschetti umidi.
In Italia, dove veniva detta rabarbaro dei contadini, si trova soprattutto nella zona settentrionale ad un'altitudine che non supera i 1.000 metri di altezza.
Ha una vita media tra i 30 e i 50 anni, e il suo legno è usato per creare oggetti decorativi, mentre la corteccia è usata a scopo di fitoterapia. La corteccia è stretta, con aculei, di consistenza cartacea. All'esterno è di colore grigiastro o bruno-nerastro, con piccole verruche biancastre. La superficie interna è liscia, striata di marrone giallastro.
La corteccia va raccolta in tarda primavera e all'inizio dell'estate, e conservata per un periodo di un anno prima di essere consumata.
Valori nutrizionali della Frangula
La frangola contiene nella sua corteccia delle sostanze definite glicosidi derivati dell'antracene, antrachinoni e franguline (frangulina A e B).
Si tratta di composti chimici che stimolano la muscolatura dell'intestino crasso.
Come adoperare la Frangula in corteccia nella tisana
L'infuso di frangula si ottiene dalla corteccia, da inserire in una tazza (250 ml): circa 3-5 grammi con acqua a 100 °C.
Lascia in infusione dagli 8 ai 10 minuti, prima di bere la tisana lassativa.
Aggiungi miele o zucchero, se lo desideri.
Corteccia di Frangula: effetti collaterali e controindicazioni
Non usare la frangula in gravidanza, allattamento, e non somministrare ai bambini piccoli.
Se assunta in dosi eccessive, la corteccia può provocare dolori addominali, nausea e diarrea, specialmente in pazienti con colon irritabile.
Le tisane a base di corteccia di Frangula non devono essere assunti da pazienti con occlusioni dell'intestino, atonia (perdita di forza muscolare), infiammazione dell'appendice, malattie infiammatorie intestinali come morbo di Crohn o colite ulcerosa.
Inoltre, un uso troppo frequente può peggiorare la stitichezza.
L'uso a lungo termine può portare pure a uno squilibrio idrico e salino nell'intestino, e può provocare albuminuria (proteine nelle urine) oppure ematuria (sangue nelle urine).
Durante il trattamento può verificarsi una colorazione dell'urina gialla o rosso-marrone, ma deriva dai prodotti di degradazione e non è dannosa.