In caffè si coltiva sia l’arabica che la robusta, in generale l’arabica ecuadoregna fornisce caffè corposi con note di cacao e un retrogusto persistente.

Storia della produzione di caffè in Ecuador

Il caffè in Ecuador è arrivato molto più tardi che in altri paesi del Sud America, attorno al 1860. Quando il paese si aprì al commercio estero la produzione di caffè iniziò a salire abbastanza da permettere l’esportazione, fino alla crisi mondiale del mercato del caffè di inizio 1900. Passata la crisi, attorno al 1905, la produzione e le esportazioni hanno ricominciato a crescere e ora il caffè insieme al cacao (di pregiatissima qualità) e alle banane è la principale esportazione agricola del paese. L’agricoltura dell’Ecuador soffre di moltissimi problemi, avrebbe bisogno di riforme incisive e dunque la produzione di caffè non è enorme dal punto di vista quantitativo, però le condizioni ambientali di certe aree sono perfette per coltivare caffè di altissima qualità, tanto che se lo sviluppo dell’agricoltura è una strada per combattere la povertà del paese si prevede che l’industria del caffè ne sarà la spina dorsale anche in molti dei progetti di cooperazione internazionale. Le principali zone di produzione sono cinque: Manabi, Loja, El Oro, Zamora Chinchipe e le isole Galapagos. Manabi è una provincia sulla costa del pacifico, prende il nome da una popolazione locale. Si tratta della zona del paese in cui è iniziata la produzione del caffè, tutt’ora qui si produce il 50% dell’arabica ecuadoregna che a sua volta rappresenta il 65-70% della produzione totale di caffè. Loja è una provincia nel sud del paese, dunque in zona andina, qui si produce un’arabica d’altura di buona qualità (circa il 20% della produzione). El Oro è un’altra provincia nel sud del paese, si trova ad ovest della provincia di Loja e si affaccia sul Pacifico, si tratta di un territorio di pianura che fornisce circa il 10% della produzione di caffè. Zamora Chinchipe è una provincia nel Sud Est del paese al confine col Perù, qui siamo decisamente in territorio andino, si coltiva arabica fino a 1900 metri e dunque non sorprenderà che da qui vengano alcuni dei migliori caffè dell’Ecuador. Le isole Galapagos infine, qui il caffè si giova di un clima particolarmente favorevole che permette di ottenere della grande arabica a basse altitudini. Per quel che riguarda la classificazione per la commercializzazione abbiamo accennato che l'agricoltura in Ecuador non è molto avanzata dunque non abbiamo un sistema rigoroso e articolato come in altri paesi, potreste trovare caffè commercializzati con diciture come Selecto e Supremo.

La qualità del caffè ecuadoregno

Come anticipato in Ecuador si coltiva sia Coffea arabica che Coffea canephora (robusta), le proporzioni sono: il 65-70% del totale è costituito dalla prima e ovviamente il 35-30% della seconda. Spesso sui caffè ecuadoregni potreste trovare l’indicazione sundried (asciugato al sole) perché in Ecuador ben il 40% dell’arabica e tutta la robusta vengono trattati col metodo naturale. Notoriamente il metodo naturale ha l’effetto di addolcire i chicchi e far assorbire note aromatiche, inoltre secondo alcuni i caffè ecuadoregni assorbirebbero caratteristiche particolari per il fatto di essere spesso coltivati all’ombra dei banani (l’Ecuador e il terzo produttore mondiale di banane e il primo esportatore). Se il sentore di cacao è una caratteristica spesso descritta in diverse varietà di arabica indipendentemente dalla presenza di piante di cacao nelle vicinanze di quelle di caffè ma solo come caratteristica organolettica simile, nel caso dell’Ecuador, patria del cacao più pregiato, l’associazione

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